Guerra della mensa nel Cremonese, genitori fai da te contro il caro rette

Figli in oratorio. E scoppia la protesta

Alcuni rappresentanti del Comitato genitori

Alcuni rappresentanti del Comitato genitori

Quintano, 14 settembre 2017 - Guerra alla mensa a Quintano, che coinvolge anche il paese di Pieranica, visto che i due borghi sono attaccati e hanno una sola scuola elementare. Contrapposizione così dura che i genitori sabato mattina manifesteranno sotto il Comune di Pieranica dalle 9.30 alle 11 contro le decisioni del sindaco.

Succede che nei due centri con scuola unica, 2.000 abitanti con 100 alunni circa, da sette anni a questa parte ci siano difficoltà a garantire la mensa perché i bambini che la frequentano sono pochi e di conseguenza i prezzi alti. Ma se fino allo scorso anno la mensa costava 150 euro al mese e aveva un numero di iscritti da 10 a 15, era gestita dalla cooperativa Altana che prendeva i pasti dalla società Chef, quest’anno le cose sono cambiate di parecchio. Perché i genitori non vogliono più pagare così caro, hanno trovato un’alternativa e intendono metterla in pratica: da lunedì una ventina di bambini mangerà nei locali dell’ex mensa messi a disposizione dalla parrocchia al costo di cinque euro a pasto, confezionato da un negozio di Quintano, Radice quadra. E c’è una novità: tutti i pasti serviti sono a menù vegetariano. Infine, c’è da sottolineare che alla mensa del Comune sono iscritti solo cinque bambini: troppo pochi per far partire il servizio. Ma non per le ripicche. "Stiamo protestando perché i due sindaci cercano di metterci i bastoni tra le ruote - ha detto Veronica, del comitato dei genitori che hanno intrapreso la strada della mensa privata, primo caso in tutta la provincia -. Per esempio, il sindaco di Pieranica, Valter Raimondi, non concede lo scuolabus alle famiglie che hanno aderito alla mensa". Non solo il sindaco non ha concesso il pulmino per portare gli alunni a pranzo in parrocchia, ma non l’ha concesso neppure per andare a prendere e riportare i bambini a scuola la mattina e la sera. "Il primo cittadino ha lasciato fuori dal servizio di scuolabus le famiglie che hanno aderito alla mensa e in più ha sottoposto all’Asl il menu della nostra mensa e ha detto che è stato bocciato. Peccato che non sia così, in quanto tutte le famiglie che aderiscono a questo servizio hanno sottoscritto una richiesta per ottenere il menu vegetariano per i loro figli e in questo caso l’Asl è obbligata da una normativa regionale ad accettare".

Insomma, è guerra totale che sfocerà in una manifestazione di protesta sotto il Comune, sabato mattina dalle 9.30 alle 11, con i genitori della mensa vegetariana che distribuiranno volantini per spiegare quel che succede. «Io non mi tiro indietro - ha detto il sindaco Valter Raimondi - e continuo a cercare bambini per aprire la mensa come ogni anno. Ho avuto un incontro con i genitori di questi bambini che prima hanno cercato di mandare i figli a Trescore, dove la mensa è gestita dagli stessi interlocutori di qui, ma costa 90/100 euro il mese e non ci è stato possibile utilizzare lo scuolabus in quanto lo stesso viene impiegato anche per altri trasporti. Tuttavia, il Comune è sempre aperto per un dialogo costruttivo». Resta il fatto che lunedì aprirà la prima mensa vegetariana gestita da genitori (e da Radice quadra) che in pochissimi giorni hanno già raggiunto le venti adesioni, numero mai toccato in sette anni di mensa.