Incendio doloso distrugge un ristorante: i titolari erano bersaglio di minacce

Soncino, polemiche sul locale appena riaperto. Indagano i carabinieri

A FUOCO I danni causati  dall’incendio

A FUOCO I danni causati dall’incendio

Soncino, 1 marzo 2017 - «Presto, c’è una casa che va a fuoco». Sono le tre del mattino di domenica, quando alte fiamme escono dal ristorante Excalibur, a Villacampagna di Soncino, aperto da due giorni. L’urlo della sirena dei vigili del fuoco che arrivano da Orzinuovi ha svegliato gli abitanti che si sono resi conto in breve di quel che stava succedendo: il ristorante andava a fuoco. La telefonata d’allarme è stata fatta da uno straniero che da tempo risiede nella frazione di Soncino.

Sentito dai carabinieri, dirà che non ha visto nessuno nei paraggi. Eppure difficilmente le fiamme si sono originate da sole, perché come stabiliranno in breve i vigili del fuoco, non vi è alcun motivo logico perché un grosso tavolo in legno possa prendere fuoco in piena notte, d’inverno. I pompieri hanno lavorato duramente per un’ora prima di avere ragione dell’incendio. C’è però la soddisfazione di aver salvato gran parte della nuova pizzeria, anche se il fuoco ha danneggiato le cucine e il bar. L’indagine è partita subito e i carabinieri di Soncino e i pompieri hanno stabilito che le fiamme hanno prima avvolto il grosso tavolo sotto una finestra. Da lì il fuoco ha raggiunto bar e cucina e distruggendo tutto quel che c’era. Il danno, da una prima stima, si aggira intorno a 100mila euro. La famiglia Mazzetti, proprietaria del locale, risulta assicurata. Già da ieri personale e titolari erano al lavoro per rimettere in sesto la struttura e riaprire al più presto possibile. Ma dopo l’incendio, ecco le polemiche. I carabinieri sanno che la famiglia era stata bersaglio di varie lettere anonime con anche minacce di morte.

Tutto era nato l’estate scorsa, quando nel borgo di Soncino corse voce che i proprietari dello stabile erano propensi a cedere i locali in affitto a una cooperativa bresciana che avrebbe sistemato proprio lì una trentina di profughi. A nulla valsero le smentite, tanto che il consiglio comunale fece sapere che non avrebbe accettato questa iniziativa e che non avrebbe mai concesso il cambio di destinazione d’uso del locale. La querelle andò avanti per parecchie settimane e la famiglia venne fatta bersaglio di critiche feroci e ricevette lettere minatorie. Poi, la decisione di riaprire il ristorante e l’inaugurazione settimana scorsa, con due sere di pienone e grande soddisfazione. Fino all’incendio.