Don Mazzolari, punito e riscoperto: ora è tempo di diventare Beato

Anticipò la dottrina dei poveri formulata dal Concilio Vaticano II

Papa Francesco e don Bruno Bignami, presidente della fondazione don Primo Mazzolari di Boz

Papa Francesco e don Bruno Bignami, presidente della fondazione don Primo Mazzolari di Boz

Cremona, 14 settembre 2017 - Nella causa per la beatificazione di don Primo Mazzolari figura anche la testimonianza (secretata come tutte le altre) del cardinale Loris Capovilla, raccolta prima della scomparsa dello storico segretario di Giovanni XXIII, nel maggio 2016. Lunedì sera, nella Cattedrale di Cremona, sarà un nuovo passo verso gli altari per il parroco di Bozzolo e Cicognara, il prete degli umili, del sociale, anticipatore della dottrina della Chiesa dei poveri formulata dal Concilio Vaticano II. All’interno di una cerimonia per la Celebrazione della parola e l’apertura dell’anno pastorale, si insedieranno il tribunale diocesano e il postulatore della causa. Sarà l’avvio del processo di beatificazione con l’impegno della diocesi cremonese a portarlo avanti.

Il tribunale, nominato dal vescovo Antonio Napolioni, è composto da tre membri: don Paolo Fabio Carraro, giudice delegato e istruttore, don Mario Marchesi, promotore di giustizia (il cosiddetto “avvocato del diavolo”), don Giuseppe Pezzani, notaio attuario. Il postulatore è don Bruno Bignami, presidente della Fondazione don Primo Mazzolari di Bozzolo. Don Bignami è in campo dall’inizio, nel 2013. Designato dal vescovo (all’epoca Dante Lafranconi), ha raccolto tutte le pubblicazioni di don Primo e redatto il “supplex libellus”, per sollecitare alla Congregazione per le cause dei Santi l’“introduzione della causa di beatificazione di don Primo Mazzolari”.

Da Cremona a Roma. Con il nulla-osta della Congregazione, due anni fa, don Primo è diventato Servo di Dio e il postulatore ha avviato le sue indagini. Sono state raccolte testimonianze (e altre verranno acquisite) per sottoporle al tribunale diocesano, che ascolterà i testi viventi. Fra questi, monsignor Giovanni Marra, ex arcivescovo di Ravello e di Messina, ex ordinario militare per l’Italia, oggi membro della Congregazione per i vescovi. Nel 1956 il suo compito era quello di prelevare alla Stazione Termini don Mazzolari, a Roma per scrivere un libro sulla carità dal papa. L’incarico era venuto da monsignor Ferdinando Baldelli, fondatore con Pio XII della Pontificia Opera di Assistenza. Fu un libro sfortunato, edito solo nel 1991, quando don Primo era morto ormai da trentadue anni. Fra le testimonianze postume, oltre a Capovilla, quella di don Samuele Battaglia, sacerdote bresciano grande amico di Mazzolari.

Il tribunale diocesano valuterà le “virtù eroiche”, attraverso il vissuto quotidiano, e gli eventuali “segni” (i miracoli). In caso di parere favorevole dal tribunale diocesano, il Servo di Dio diventerà Venerabile. Se la Congregazione romana darà il suo assenso, don Primo Mazzolari verrà proclamato beato. "Quello delle 18 settembre - dice don Bruni Bignami - è un evento importante. Rappresenta un passaggio di riconoscimento da parte della diocesi di Cremona. Non è cosa di poco conto se si considera che don Mazzolari è stato osteggiato anche dalla sua diocesi. Mi pare un passaggio importante riconoscere oggi che la sua profezia può diventare modello per la spiritualità presbiteriale del tempo".