Romanengo (Cremona), 25 gennaio 2018 - Don Emilio, 67 anni, parroco di Romanengo, stupisce perché non vuole che qualcuno lavori per nulla, così sulla porta della casa parrocchiale ha affisso un cartello. Così sta scritto: «Il parroco di Romanengo non tiene soldi in casa». Avviso per i naviganti che si facciano cogliere da cattive intenzioni e magari, una volta aperta la canonica e buttato all’aria tutto, se ne debbano andare a mani vuote.
Ma come mai il parroco ha messo questo avviso? «Lui dice che il suggerimento gli è arrivato dai carabinieri del paese – azzarda il sindaco Attilio Polla, anche lui stupito dall’avviso –, però a me sembra piuttosto strano. Anche perché sin qui, fortunatamente, di furti in questo periodo non si parla. E pensiamo di essere miracolati, visto quel che accade nei paesi vicini». Spiega il significato del cartello lo stesso parroco: «Sono 43 anni che faccio il prete e in ogni parrocchia dove sono stato ho avuto a che fare con i furti. Qui a Romanengo, no. Ma con questo cartello ho voluto tutelarmi: io di soldi in casa non ne tengo. Anche perché i ladri è meglio che sappiano che i soldi delle offerte vengono prelevati da altri e finiscono subito in banca. Quindi…». Quindi, l’avviso… «Non ci nascondiamo: nel cremasco nelle ultime settimane sono state parecchie le case parrocchiali assaltate. I ladri oggi cercano solo i soldi e nelle case parrocchiali li hanno trovati. Quindi, è logico aspettarsi qualche visita sgradita. Ma se cercano soldi, qui non ce ne sono: ladro avvisato…». Molto deciso don Emilio, e anche molto attento perché sa bene che vicino a lui, suoi colleghi sacerdoti e parroci hanno avuto a che fare con i malviventi.
A Izano hanno svaligiato la casa parrocchiale mentre i due preti erano a messa; a San Bernardino mentre don Lorenzo era a denunciare le scritte contro di lui, malviventi sono entrati nella sua casa e hanno rubato 9.000 euro in contanti; a Sergnano, don Guido stava guardando la partita della Juventus all’oratorio e i banditi gli hanno aperto la casa e gli hanno rubargli 2.000 euro; a Camisano a don Ernesto celebrava la messa e i ladri erano in canonica; a Ombriano. Stesso procedimento, ma qui niente soldi; a Ripalta Nuova malviventi a casa di don Franco alla ricerca dei soldi del pranzo di beneficenza appena terminato, ma via con solo 400 euro; a Moscazzano i banditi sono stati sorpresi da don Osvaldo, di ritorno da una gita, mentre stavano abbattendo un muro per prelevare la cassaforte e a Castelnuovo don Giuseppe si è dovuto confrontare quattro volte con i ladri negli ultimi anni e l’ultima volta qualche settimana addietro. Insomma, nella marea di furti che ha invaso il cremasco negli ultimi quattro mesi, circa 200 i colpi conosciuti, anche le case parrocchiali non sono state risparmiate. Di qui il cartello. «Qui siamo ricchi, ma non di soldi – conclude don Emilio –. Adesso vado a celebrare la messa. Anche per i ladri».