Furti in chiesa a Romanengo, il prete affigge un cartello: "Non c’è più nulla da rubare"

L'iniziativa di Don Emilio, 67 anni

Don Emilio, 67 anni, parroco di Romanengo

Don Emilio, 67 anni, parroco di Romanengo

Romanengo (Cremona), 25 gennaio 2018 - Don Emilio, 67 anni, parroco di Romanengo, stupisce perché non vuole che qualcuno lavori per nulla, così sulla porta della casa parrocchiale ha affisso un cartello. Così sta scritto: «Il parroco di Romanengo non tiene soldi in casa». Avviso per i naviganti che si facciano cogliere da cattive intenzioni e magari, una volta aperta la canonica e buttato all’aria tutto, se ne debbano andare a mani vuote.

Ma come mai il parroco ha messo questo avviso? «Lui dice che il suggerimento gli è arrivato dai carabinieri del paese – azzarda il sindaco Attilio Polla, anche lui stupito dall’avviso –, però a me sembra piuttosto strano. Anche perché sin qui, fortunatamente, di furti in questo periodo non si parla. E pensiamo di essere miracolati, visto quel che accade nei paesi vicini». Spiega il significato del cartello lo stesso parroco: «Sono 43 anni che faccio il prete e in ogni parrocchia dove sono stato ho avuto a che fare con i furti. Qui a Romanengo, no. Ma con questo cartello ho voluto tutelarmi: io di soldi in casa non ne tengo. Anche perché i ladri è meglio che sappiano che i soldi delle offerte vengono prelevati da altri e finiscono subito in banca. Quindi…». Quindi, l’avviso… «Non ci nascondiamo: nel cremasco nelle ultime settimane sono state parecchie le case parrocchiali assaltate. I ladri oggi cercano solo i soldi e nelle case parrocchiali li hanno trovati. Quindi, è logico aspettarsi qualche visita sgradita. Ma se cercano soldi, qui non ce ne sono: ladro avvisato…». Molto deciso don Emilio, e anche molto attento perché sa bene che vicino a lui, suoi colleghi sacerdoti e parroci hanno avuto a che fare con i malviventi.

A Izano hanno svaligiato la casa parrocchiale mentre i due preti erano a messa; a San Bernardino mentre don Lorenzo era a denunciare le scritte contro di lui, malviventi sono entrati nella sua casa e hanno rubato 9.000 euro in contanti; a Sergnano, don Guido stava guardando la partita della Juventus all’oratorio e i banditi gli hanno aperto la casa e gli hanno rubargli 2.000 euro; a Camisano a don Ernesto celebrava la messa e i ladri erano in canonica; a Ombriano. Stesso procedimento, ma qui niente soldi; a Ripalta Nuova malviventi a casa di don Franco alla ricerca dei soldi del pranzo di beneficenza appena terminato, ma via con solo 400 euro; a Moscazzano i banditi sono stati sorpresi da don Osvaldo, di ritorno da una gita, mentre stavano abbattendo un muro per prelevare la cassaforte e a Castelnuovo don Giuseppe si è dovuto confrontare quattro volte con i ladri negli ultimi anni e l’ultima volta qualche settimana addietro. Insomma, nella marea di furti che ha invaso il cremasco negli ultimi quattro mesi, circa 200 i colpi conosciuti, anche le case parrocchiali non sono state risparmiate. Di qui il cartello. «Qui siamo ricchi, ma non di soldi – conclude don Emilio –. Adesso vado a celebrare la messa. Anche per i ladri».