Lunedì riapre la scuola materna a Campagnola. Il sindaco: abbandonati dallo Stato

Dopo la tromba d’aria Campagnola accusa anche la Regiome

Il sindaco di Campagnola Agostino Guerini Rocco

Il sindaco di Campagnola Agostino Guerini Rocco

Campagnola (Cremona), 3 gennaio 2018 - «Lunedì riapre, finalmente, la scuola materna. Ringrazio i paesi vicini che ci hanno dato una mano, cosa che invece non è stata fatta da Regione e Stato. Sono contento per metà e per metà amareggiato». Così il sindaco Agostino Guerini Rocco chiude il capitolo tromba d’aria, che ha rischiato di radere al suolo il suo paese il 6 giugno con un colpo di vento incredibile che ha raso al suolo due cascine, fortunatamente disabitate, alzato tetti, sradicato alberi, abbattuto palizzate e cancelli. Ma ha anche danneggiato pesantemente la scuola materna e parte del Comune.

È stata una battaglia lunghissima, quella condotta dal sindaco, che lo ha visto mettere mano ai piani parecchie volte. All’indomani della tromba d’aria, fatti i conti, la scuola materna avrebbe dovuto riaprire a fine settembre. La prima ispezione non aveva sottolineato il fatto che la scuola, costruita negli anni Sessanta, oggi non sarebbe più stata agibile. Così il progetto ha dovuto tenere conto di una ristrutturazione più ampia per 230mila euro, il doppio del primo preventivo. Soldi che il Comune non aveva. Inoltre, i lavori avrebbero occupato più tempo. Di qui la necessità di spostare i piccoli in un altro Comune per qualche mese. E qui la prima disponibilità di un Comune amico, Pianengo, che ha accolto i bambini sia di Campagnola sia di Cremosano.

Sistemati i piccoli, il sindaco è andato a bussare alle varie porte per cercare di ottenere i fondi necessari. «Ritenevo che almeno il 50% delle spese sarebbero state coperte dalla Regione e dallo Stato. Invece, non è stata riconosciuta la calamità naturale, ma la Regione ci ha accordato 33mila euro come aiuti all’agricoltura. Peccato che per presentare le varie domande abbiamo speso 22mila euro in perizie varie. Fortunatamente abbiamo avuto 80mila euro dall’assicurazione, ma ne abbiamo spesi 150mila solo per sistemare il tetto. Alla fine, ringraziando il Comune di Crema che ha messo a disposizione da subito i suoi tecnici e i Comuni di Pandino, Cremosano, Soncino e Pianengo che hanno raccolto fondi, possiamo dire che a noi è rimasto da pagare qualcosa come 120mila euro».