Trovata morta 16 anni fa: quello di Arianna Zardi fu omicidio

Tracce di una scarpa sul petto di Arianna Zardi, la ragazza trovata morta nel mistero. Adesso si riaprono le indagini

Arianna Zardi e il luogo dell'omicidio

Arianna Zardi e il luogo dell'omicidio

Casalmaggiore (Cremona), 22 gennaio 2017 - Il ponte dei misteri, il canale che l’hanno vista morire non hanno “parlato”. Il Luminol, il composto chimico impiegato per portare alla luce presenze di sangue, non ha dissolto le ombre. Ma il mistero della morte di Ariannna Zardi rimane aperto e come un gioco di scatole cinesi un interrogativo rimanda a un altro e tiene aperta una storia infinita. Due impronte sui jeans che Arianna indossava nel suo ultimo giorno di vita. Una chiaramente impressa. L’altra meno marcata. Impronte che in un primo tempo hanno fatto pensare ad un possibile investimento. Potrebbero invece corrispondere a una scarpa, una grossa calzatura, per esempio un anfibio. Come se nel corso di un’aggressione fosse stato sferrato un calcio. O se, una volta precipitato, il corpo fosse stato colpito con un calcio per spingerlo il più possibile sotto il ponte e nasconderlo alla vista. Uno sforzo di decifrazione che impegna i consulenti nominati dalla procura di Cremona, Cristina Cattaneo, Vittorio Fineschi, Andrea Verzelletti.

Sarà fondamentale verificare se la traccia è perfettamente compatibile oppure no con un segno a V trovato sul ginocchio di Arianna (già notato dal primo perito), in corrispondenza di quella impronta di scarpa. Non ha avuto invece esito la ricerca di impronte papillari da parte del Ris di Parma. In parallelo, prosegue un’altra indagine: il controllo del Dna di una trentina di amici e conoscenti della morta. Un accertamento che ha un punto d’inizio preciso, quando il consulente del pm Claudio Bellino isola sugli slip della morta «un assetto genotipico complesso, misto tra la vittima e un soggetto di sesso maschile». Prima di morire, quindi Arianna Zardi ha avuto un rapporto con qualcuno. L’autopsia ha escluso la violenza. Ha evidenziato invece una frattura al bacino ritenuta “importante”, che può essere spiegata con la caduta.

Il corpo di Arianna, esumato l’8 gennaio dello scorso anno dal cimitero di Casalbellotto per essere trasferito all’istituto di medicina legale di Milano, verrà presto restituito alla famiglia. Sara, la sorella minore, e con lei l’avvocato Giovanni Bertoletti, non hanno mai creduto né alla tesi del suicidio né a quella della disgrazia per una caduta accidentale. Sara si è battuta per anni, con coraggio, con tenacia, perché tutto non si arenasse nel limbo grigio dei “cold case”. Fino a quando il procuratore Roberto di Martino non ha rilanciato l’inchiesta. «Arianna - dice Sara Zardi - non aveva nessun motivo per togliersi la vita. Lei la vita l’amava, si occupava della mamma, era molto legata a noi. Se davvero avesse voluto morire, perché scegliere quel ponte. oltretutto troppo basso, invece di gettarsi nel Po, che è a pochi passi? Non credo neppure alla caduta. Come avrebbe fatto il corpo a finire proprio sotto la chiusa? E queste impronte di scarpe qualcosa vorranno dire. È stato fatto un lavoro molto lungo, accurato. Ringrazio di questo. Adesso aspetto la conferma di quello che ho sempre pensato: è stato qualcuno, mia sorella è stata uccisa. Poi si vedrà».