Rivarolo del Re (Cremona), 13 aprile 2014 - È il cielo l’ultima frontiera in fatto di qualità del pomodoro. «Da poche ore sono scattati i trapianti di pomodoro su un’area di 4 mila ettari fra Cremona, Mantova e Brescia e appena saranno conclusi - spiega la Coldiretti lombarda - una pattuglia di droni inizierà le prime missioni aeree per tenere sotto controllo campi e piantine». I droni ad elica sono capaci di catturare preziose immagini dei campi di pomodori e da quelle, mediante un software complesso, ricavare importanti informazioni: necessità idriche e di nutrimento delle piante. Il quartier generale della Taf (Tomato Air Force) è a Rivarolo Re, tra le province di Cremona e Mantova, nello stabilimento del Consorzio Casalasco del Pomodoro, una delle più importanti realtà del settore con oltre 300 soci agricoltori. Il progetto è nato più di due anni fa seguendo lo spirito più autentico del Consorzio: produzione a chilometri zero e grande attenzione all’utilizzo e allo sfruttamento delle risorse.

Sui droni sono installate speciali fotocamere che consentono ai produttori e agli agronomi di monitorare gli appezzamenti attraverso rilevazioni aeree che evidenziano le disomogeneità del suolo in termini di sviluppo vegetativo delle colture, di dotazioni idriche e nutritive. Le elaborazioni matematiche a cui vengono sottoposte le immagini permettono di ottenere delle mappe degli appezzamenti dove vengono evidenziate le situazioni sia idrica che nutritiva: in tempi molto rapidi e soprattutto senza dover spostare personale che diversamente impiegherebbe giorni per svolgere lo stesso lavoro. Una volta individuate le carenze, l’intervento che ne segue è “chirurgico” andando a rinforzare all’interno di ogni singolo appezzamento le zone più povere di sostanze nutritive e di acqua: ciò è resto possibile dalla tecnologia Gps di cui ormai sono dotati gli impianti di irrigazione e le macchine spandiconcime.

Tutto questo accelererà i tempi, renderà più efficienti le produzione e permetterà di utilizzare in modo più razionale le risorse. «Il nostro obiettivo – dichiara Costantino Vaia, Direttore Generale del Consorzio Casalasco del Pomodoro e Amministratore delegato di Cio - è quello di rendere la coltivazione del pomodoro sempre più sostenibile». La tecnologia «ad alta quota» è destinata a migliorare la vita degli agricoltori e promette più sicurezza per i consumatori. Insomma, l’agricoltura moderna farà strabuzzare gl occhi quando sulla scatola di pomodoro si potrà leggere il numero del lotto, il giorno e l’orario della lavorazione: con questi dati si otterrà la fotografia satellitare del campo da cui arriva il pomodoro usato per la passata. La produzione stimata per quest’anno è di 24 milioni di quintali nel nord Italia e le prime raccolte scatteranno il 20 luglio.

di Pietro Verri