Crema, 15 febbraio 2014 - Alle nutrie non si spara. Questa la decisione del Tar che ha bocciato l'ordinanza del sindaco di Sergnano che aveva permesso, attraverso il suo vice sindaco, nonché assessore all'ambiente Mario Andrini, di dare la possibilità a dieci cacciatori di sparare a questi animali dalle sei del mattino alle 23.

Nella risoluzione del Tar si legge che non è possibile far sparare i cacciatori a questi animali, che l'arco di tempo nel quale si poteva sparare, secondo il sindaco di Sergnano, è troppo esteso  perché comprende periodi di oscurità, che la zona dove si poteva cacciare le nutrie era troppo vicina alle abitazioni.

Una serie di incongruenze che erano state evidenziate dall'associazione Vittime della caccia con il loro ricorso a Tar, oggi accettato dal tribunale di Brescia. "Il problema delle nutrie, dicono quelli dell'associazione, non si risolve a fucilate".

In effetti è provato che per sfoltire questi animali vanno molto meglio le trappole e la contraccezione. Ma, secondo il deputato cremasco di Sel, Franco Bordo, nelle condizioni del Comune di Sergnano vi sono altri paesi della nostra provincia, comuni che dovranno revocare le loro ordinanze e studiarne di nuove. Amaro il commento di Mario Andreini: "L'ordinanza valeva fino al 28 febbraio. La sospendiamo, ma il problema resta".