Crema, 6 dicembre 2013 - Tribunali chiusi, partita aperta. Anzi apertissima. Ma non per Crema. Ieri c’è stato il parere favorevole, ma condizionato, dalla commissione Giustizia del Senato allo schema del decreto legislativo che contiene disposizioni integrative, correttive e di coordinamento per assicurare la funzionalità degli uffici giudiziari. Parere favorevole condizionato al ripristino dei tribunali di Rossano, Lucera, Vigevano, Nicosia (con accorpamento del Tribunale di Mistretta), Alba, Bassano del Grappa, Pinerolo, Chiavari, Sanremo e Sala Consilina.

La Commissione ha inoltre condizionato il proprio parere affinché siano mantenute le sezioni distaccate di Ischia, Lipari e Portoferraio. Il governatore del Veneto Luca Zaia, dichiara: «Per Bassano la battaglia non è ancora finita: non deve chiudere. Quindi, altri tribunali che dovevano chiudere, sono in proroga, probabilmente si salveranno. Alla fine, dei 38 piccoli tribunali da chiudere non ne chiuderanno più di dieci. A Crema, sul tribunale, c’è stata una mozione di sfiducia al sindaco, la quale ha risposto - piccata - che tutti i tribunali che dovevano chiudere, chiuderanno.

Non è di questo parere Antonio Agazzi (Fi), che fa parte del comitato per la salvezza del tribunale così commenta: «Sono notizie che altro non fanno che rafforzare la mia valutazione critica rispetto all’operato del sindaco di Crema. Ho sempre ritenuto che Stefania Bonaldi, dopo essersi impegnata in direzione di una possibile soluzione del problema dialogando col trevigliese, abbia gettato anzitempo la spugna. Ha creduto o le hanno fatto credere, che la battaglia fosse definitivamente persa".

"Non ha creduto, secondo me per inesperienza, nella funzione della politica che, piaccia o dispiaccia, si muove con criteri anche meno rigorosi di quel che dovrebbe e, quindi, ha il potere di effettuare ”salvataggi”, di accordare “proroghe”: si conoscono i nomi dei parlamentari meridionali ma anche piemontesi che si sono spesi fruttuosamente per la sorte dei presidi dei loro territori, insieme ai sindaci. A Crema ci si è arresi: sindaco, sindaci del Cremasco, presidente della Provincia, parlamentari… Mentre a Crema pullulavano gli idealisti, gli altri lavoravano per tenersi servizi cruciali, agevolati anche dalla nostra rinuncia a lottare. Imperdonabile!».