Crema, il consigliere Arpini: "Anziani e periferie abbandonati dal Comune"

Dall’opposizione: trasporti carenti e i negozi chiudono di PIER GIORGIO RUGGERI

Tino Arpini chiede più attenzione per i disagi dei cittadini

Tino Arpini chiede più attenzione per i disagi dei cittadini

Crema, 4 febbraio 2016 - È tutto sbagliato, è tutto da rifare. Il celebre motto di Bartali potrebbe essere mutuato da Tino Arpini, consigliere comunale d’opposizione della lista civica «Solo cose buone per Crema», che ha al suo attivo un numero rilevante di querelle, tutte che interessano le periferie e in particolare Ombriano, suo quartiere d’elezione.

Arpini, cosa c’è che non va?

«Sono progressivamente compressi i servizi che devono agevolare i cittadini, specie se anziani. Questo a partire innanzitutto dal servizio di trasporto urbano che non aiuta le persone che non guidano e con questi mezzi incontrano difficoltà a soddisfare le più elementari necessità, come frequentare il mercato, piuttosto che eseguire un esame presso le strutture sanitarie, assistere un parente ricoverato, far visita al cimitero, usufruire dell’ufficio postale e altro».

Lei denuncia anche l’abbandono delle periferie da parte dei negozianti.

«Molti quartieri sono privi di servizi commerciale di prossimità e chi ne vanta ancora qualcuno rischia di perderli rapidamente per il fatto che Crema vede la presenza massiccia di grandi e medi supermercati, i quali pur denunciando cali di fatturato, mettono in porto operazioni di ampliamento, mentre l’amministrazione vara la conversione di aree artigianali in aree destinate a nuove medie strutture di vendita, che non trovano giustificazione da auspicabili incrementi demografici».

Cosa si può fare per aiutare i negozi di prossimità a non chiudere?

«Perché non allentare la morsa fiscale? Non ne sento parlare perché non c’è questa sensibilità, nonostante l’analisi di aumento della popolazione anziana nelle nostre periferie. Negli ultimi sei mesi a Ombriano hanno chiuso una lavasecco, un fruttivendolo, un minimarket alimentare, una ferramenta, un orefice, un distributore di benzina, un ciclista, un bar, una banca e un ufficio postale. Il Comune se n’è accorto?».

Una situazione davvero increciosa...

«Non solo il Comune, ma anche altre istituzioni goocano contro. Per esempio, a Natale la Banca Popolare di Crema ha varato un’iniziativa per i negozi del centro. In periferia non ha clienti? Si è trattato di un autogol clamoroso. Rivolgo un invito ai cittadini residenti nei quartieri perché utilizzino il negozio del posto, dove trovano relazioni sociali, sicurezza, assistenza all’acquisto e anche convenienza».

E per quanto riguarda il trasporto?

«Sul trasporto urbano dobbiamo solo sperare che il servizio Mio Bus sia integrato da corse sistematiche a orario fisso. Ma qui, chi deve decidere non ci sente».

di PIER GIORGIO RUGGERI