Giovedì 25 Aprile 2024

Guerriglia a Cremona, mezzo milione di danni. Il sindaco: "Chiusi i rapporti con il Dordoni"

Fra gli antagonisti anche elementi di Roma e Livorno. Secondo Confcommercio il corteo non andava autorizzato. I vandalismi sono stati contenuti alla zona di via Dante di Gabriele Moroni FOTO Tensioni e scontri - L'assalto in caserma - I danni lasciati in città

Cremona, devastata la centrale della Polizia Locale e di diverse banche (Foto Rastelli)

Cremona, devastata la centrale della Polizia Locale e di diverse banche (Foto Rastelli)

Cremona, 26 gennaio 2015 - Il numero dei manifestanti cresciuto in misura esponenziale e con imprevista rapidità: 900 attesi fino a due giorni prima per gli ambienti della prefettura; 1500 quelli previsti secondo fonti della questura cremonese. Un primo allarme della Digos di Milano era arrivato a Cremona subito dopo gli scontri di una settimana prima fra esponenti del centro sociale Centro sociale Dordoni ed elementi di CasaPound e il gravissime ferimento di Emilio Visigalli, militante del Dordoni. Inutile anche un lungo lavorio di mediazione sotterranea. Nel popolo dei centri sociali salito sotto il Torrazzo si annidavano i circa 150-200 antagonisti, in gran parte romani ma presenti anche elementi livornesi. I responsabili della sicurezza respingono ogni accusa di sottovalutazione. Le forze dell’ordine erano in numero adeguato. Messe di fronte, viene spiegato, all’esplodere della violenza, si sono comportate in base a esigenze precise: evitare l’accesso al centro città, gli scontri diretti, la dispersione di forze. Questo spiega anche perché una strada come via Dante sia rimasta in pratica in mano ai violenti. Alla fine, i danni alle persone sono risultati contenuti e i vandalismi circoscritti a un’area limitata.

Tutto questo poteva essere evitato? Durissima la presa di posizione di Fausto Casarin, presidente di Confcommercio: «Le autorità competenti hanno autorizzato una manifestazione che non si doveva permettere. Che il corteo annunciato come “pacifico” non potesse essere tale non era difficile da capire». Un solco si è aperto e si allarga. Il sindaco Gianluca Galimberti, oltre a precisare che non spetta all’amministrazione autorizzare o no una manifestazione, chiude al Dordoni: «Si è rotto è un rapporto con la città. Con soggetti che si comportano in questo modo è impossibile ogni dialogo. Verrà rivisto tutto il piano delle convenzioni, peraltro scadute». Molte lancette di orologio sono ancora ferme alle 17.10 di sabato. Il lungo corteo sta percorrendo viale Trento e Trieste. Il furgone del Dordoni svolta in via Belfiore, che non è prevista nel percorso. Un antagonista si sostituisce al portavoce e annuncia: «Adesso i compagni cercheranno di entrare in CasaPound». La testa del corteo si fa da parte, viene arrotolato lo striscione e si materializzano gli uomini con uniformi nere, caschi integrali, bastoni.

Il Dordoni non arretra. «I danneggiamenti - è la frase che un lungo comunicato dedica agli incidenti - di banche e del comando della polizia locale, avvenuti sul finire del corteo, erano ampiamente evitabili; ma in un corteo di tali dimensioni non potevamo controllare tutto». «Che cosa ci si poteva aspettare dopo la gravissima aggressione di domenica 18, quando sessanta fascisti hanno lasciato in fin di vita Emilio». Ad alimentare la tensione un commento pubblicato dai 99 Posse, la band che dovrebbe essere in concerto giovedì sera al Dordoni per raccogliere fondi destinati alle cure di Visigalli: «Onore a chi lotta. Più bastoni, meno tastiere». Replica CasaPound: «Se ancora qualcuno avesse avuto bisogno di conferme sulla vera natura del Csa Dordoni, la manifestazione di ieri ha definitivamente diradato ogni dubbio».

Una Cremona ferita fa la conta dei danni, mezzo milione di euro la prima stima. Via Dante è un cantiere domenicale che attira curiosi. Vetrate degli ingressi scardinate o prese a mazzate, bancomat infranti, scritte “Fuck the banks” in sei istituti, Bnl, Cariparma, Banco di Brescia, Banca Cremonese, Banca agricola mantovana, Banca dell’Emilia Romagna. Nella stessa strada colpita anche un’agenzia immobiliare e l’assicurazione Allianz. In piazza della Libertà una ventina di antagonisti ha preso d’assalto il comando della vigilianza urbana, uno è riuscito a entrare e a lanciare un fumogeno, nessuna delle vetrate del piano terra è stata risparmiata. Nella stessa piazza preso di mira un bancomat Unicredit. In via Mantova una filiale Unipol, il supermercato LD e una sala giochi. Un negozio Wind fra via Dante e via Brescia. Divelto un cancello nel Parco del Vecchio Passeggio. Oltre a cartelli e fioriere finite nel bilancio di un pomeriggio di guerriglia urbana. [email protected]