Cremona, addio al convento di Fra Cristoforo

l destino dello stabile, per cui nessuno a Cremona ha mosso un dito, era ormai segnato: da giorni le ruspe sono al lavoro per la demolizione

Convento Fra Cristoforo

Convento Fra Cristoforo

Cremona, 19 giugno 2016 - Ludovico Picenardi si nascose in quella casa, dopo aver ucciso con la sua spada e prima di diventare, consacrato all’eternità da Alessandro Manzoni, Fra Cristoforo. Si trova, o meglio si trovava, all’angolo tra via Mantova e via dei Cappuccini, l’edificio cinquecentesco ridotto a un cumulo di macerie dai bulldozer qualche giorno fa. Secondo la tradizione, o meglio la storia reale, conosciuta anche dall’autore dei Promessi Sposi, in quel’abitazione, collegata al convento dei cappuccini, entrò Lodovico subito dopo aver trafitto a morte, in un duello per strada e per futili motivi di natura cavalleresca, il marchese Giovanni Battista Ariberti. Ebbene quella era la casa dell’ortolano del convento, dove Lodovico rimase rifugiato per qualche giorno, prima di pentirsi per la sua azione e quindi entrare nel convento dove sarebbe poi diventato Fra Cristoforo, prendendo il nome del suo fedele servitore che per strada si era fatto uccidere per evitargli la morte.

Quella della conversione di Lodovico è una delle pagine più conosciute del romanzo del Manzoni, che proprio pare si sia ispirato alla vicenda umana di Lodovico Picenardi. Ebbene quello stabile, casa e convento, ormai era ridotto ad un rudere da anni. Nessuno ha mai pensato di intervenire per un eventuale recupero: basti pensare che per un certo periodo, negli anni ’20, addirittura la parte di via Mantova dove si trova l’edificio prese il nome di via Fra Cristoforo. Il destino dello stabile, per cui nessuno a Cremona ha mosso un dito, era ormai segnato: da giorni le ruspe sono al lavoro per la demolizione.

Al suo posto sorgerà un modernissimo centro fatto di appartamenti, negozi e uffici, in stile perfetto con il resto della zona. Si tratta di una operazione edilizia, peraltro plausibile, che però poteva essere in qualche modo guidata al fine di non arrivare all’abbattimento dello stabile, e magari a ridare a quel luogo il prestigio legato al romanzo manzoniano. In sostanza poteva essere un’occasione in più. Ma lo stesso Comune di Cremona non ha dimostrato alcun interesse per lo stabile, che tra l’altro apparteneva agli eredi di una storica famiglia cremonese, che poi lo ha ceduto a una ditta immobiliare. E pensare che lungo il lago di Como esiste un percorso turistico ad hoc legato ai luoghi manzoniani. Un intinerario che ogni anno richiama migliaia di persone. Ma a Cremona tutto questo non è stato possibile, la storia di Lodovico Picenardi non ha acceso l’interesse di chi poteva decidere altrimenti: da mesi, per non dire anni, la situazione dello stabile era fatiscente, al punto che era assolutamente impossibile entrarvi. Più volte alcuni ricercatori si sono interessati alle sorti di quell’edificio, ma senza mai avere risposte concrete o comunque positive dall’Amministrazione. Con buona pace di tutti, nella primavera prossima del convento di Fra Cristoforo forse non resterà che una lapide sbiadita, o visti i tempi, nemmeno quella.