Ripalta, il controllo di vicinato fa scuola in tutto il Cremasco

Idea nata nelle frazioni di Zappello e Bolzone di PIER GIORGIO RUGGERI

Aries Bonazza, sindaco di Ripalta

Aries Bonazza, sindaco di Ripalta

Ripalta Cremasca, 24 maggio 2016 - Si giocano la primogenitura in due gruppi, distanti poche centinaia di metri l’uno dall’altro. Ma il fatto è che entrambi, stufi di subire i continui taglieggiamenti dei ladri, hanno messo in atto un sistema che si è rivelato efficiente e che adesso viene omologato e benedetto dal sindaco del paese e prossimamente dalle forze dell’ordine, tanto che ben presto sarà da esempio per molti Comuni del Cremasco. Sono i controlli di vicinato messi in atto alcuni mesi fa da un gruppo di abitanti di Zappello e da un altro di Bolzone, frazioni confinanti e che fanno parte del nucleo di Ripalta Cremasca.

Ne parla con un certo orgoglio il sindaco Aries Bonazza, giovane imprenditore che ha fatto dell’efficienza la sua carta vincente. «A ottobre il nostro paese stava subendo un vero e proprio assalto da parte di bande di ladri tanto che appena veniva buio, dopo le 17, ecco che i banditi entravano in casa e in pochi minuti portavano via soldi e gioielli. Qualcuno ha deciso che non era possibile darla vinta ai malviventi e si è organizzato, parlando con gli amici di un certo progetto del quale aveva sentito parlare in Facebook». Da qui l’organizzazione: «I residenti dei due paesi hanno creato un comitato spontaneo che si era dato come compito quello di presidare il territorio. Appena calava il buio qualcuno del gruppo girava per il paese e controllava che non vi fossero auto o persone sospette. Se vedeva qualcosa che non funzionava, avvertiva le forze dell’ordine. C’è da dire che le due frazioni sono abbastanze piccole e si girano in una manciata di minuti specie se si è in più di una squadra». e sembra che l’idea abbia funzionato: «Sono diminuiti e in più la gente, anche chi non faceva parte dei gruppi di Bolzone o Zappello, ha cominciato a guardare un po’ di più alla finestra. Il gruppo era in contatto tramite WhatsApp e si scambiava informazioni continue e in tempo reale. E che la gente abbia imparato è dimostato da qualle signora che a marzo ha visto un’auto ferma ed è andata a chiedere chi fosse e che cosa volesse: erano ladri che se la sono data a gambe senza portare a termine il colpo».

E adesso? «Adesso si ufficializza la collaborazione. Faremo un’assembea pubblica alla quale interverranno le forze dell’ordine e nella quale comunicheremo come funziona il cordone sanitario locale. Ciascun gruppo ha un referente. Chi vede qualcosa di sospetto lo comunica a lui che, a suo giudizio, penserà se avvertire o meno le forze dell’ordine. Tutto si tramuta in più sicurezza e in meno garanzie per i ladri».