Comando dell’Arma salvo, affitto tagliato

Il nodo caserma potrebbe essere sciolto a breve. La politica ha deciso, adesso bisogna trasformare le parole in pratica. La vicenda è intricata e annosa e riguarda la collocazione della sede dell’Arma e del commissariato di polizia, unito con il distaccamento della stradale di Pier Giorgio Ruggeri

Comando dei carabinieri di Crema

Comando dei carabinieri di Crema

Crema, 18 settembre 2014 - Il nodo caserma potrebbe essere sciolto a breve. La politica ha deciso, adesso bisogna trasformare le parole in pratica. La vicenda è intricata e annosa e riguarda la collocazione della sede dell’Arma e del commissariato di polizia, unito con il distaccamento della stradale. Ora, sembra che si sia arrivati alla quadratura del cerchio. La caserma e il relativo comando di compagnia restano, senza che all’interno venga sistemato anche il commissariato, il quale - insieme con la Polstrada - avrà una sede sua. Attaccata alla caserma, ma divisa da un muro e con ingressi separati.

La decisione è politica e va nel solco di cercare di accontentare tutti, salvando capra e cavoli. Nel senso che il principale problema era quello di mantenere in città il comando di compagnia dei carabinieri e non trasformare tale comando in semplice stazione. Il nodo della caserma di via Macallè risiedeva nell’affitto che la società parmense Co. Ge. chiedeva allo stato: 348mila euro l’anno. Fin tanto che nessuno ci ha guardato dentro, tutto è filato liscio.

Poi, in tempi di “spending review”, qualcuno il problema se l’è posto e ha scoperto che con l’affitto versato alla società dal 2001 a oggi, oltre tre milioni di euro, di caserme se ne costruivano due. Di qui la decisione, prima di andarsene in uno stabile dello Stato, poi di trattare. Come convincere la Co. Ge., gravata ancora da un mutuo sulla caserma, a scendere di molto? Con alcuni argomenti convincenti. Dapprima il sindaco di Crema Stefania Bonaldi ha fatto sapere che il Comune avrebbe potuto chiedere alla società parmense gli oneri di urbanizzazione mai chiesti, pur non cambiando la destinazione d’uso dello stabile, che prevede solo una caserma. Quindi, avrebbe fatto sapere che la città necessita di un commissariato e che lo stabile potrebbe essere costruito a ridosso della caserma proprio dalla Co. Ge., che così sarebbe rientrata dal minor introito per l’affitto.

Tutto questo si è concretizzato con una visita alla caserma da parte dei tecnici della Co. Ge., forse per verificare come intervenire. Nei prossimi giorni in Prefettura a Cremona è previsto un incontro probabilmente definitivo sulla vicenda caserma, riunione nella quale verrà fissato l’affitto, ben sotto i 200mila euro, e firmato il nuovo contratto. Infine, nulla vieta che in quella sede si possa parlare del progetto del commissariato. Una sola domanda: ma se a Crema, a poche decine di metri da caserma e attuale commissariato esiste uno stabile nuovo di proprietà dell’Inail, quindi di un ente dello Stato, quasi completamente inutilizzato, perché spendere soldi per costruire e poi affittare una nuova struttura?