Lodi, allontanata a fine giugno, solidarietà a Stefania Mussio la ex direttrice del carcere

«Amarezza». Comincia con questa parola la lettera firmata da 16 fra professori universitari e avvocati che hanno voluto esprimere «un grazie solidale» alla ex direttrice del carcere di Lodi, Stefania Mussio, rilevata dal suo incarico il 30 giugno di Matteo Miglietta

L’ex direttrice del carcere Stefania Mussio (Cavalleri)

L’ex direttrice del carcere Stefania Mussio (Cavalleri)

Lodi, 18 agosto 2014 - «Amarezza». Comincia con questa parola la lettera firmata da 16 fra professori universitari e avvocati che hanno voluto esprimere «un grazie solidale» alla ex direttrice del carcere di Lodi, Stefania Mussio, rilevata dal suo incarico il 30 giugno. La decisione era stata presa dal provveditore regionale lombardo dell’Amministrazione penitenziaria, Aldo Fabozzi, dopo sei mesi di duro scontro fra le organizzazioni sindacali degli agenti di polizia penitenziaria e la stessa direttrice. Dal 22 gennaio i sindacati avevano infatti avviato uno stato di agitazione permanente, lamentando soprattutto il «mancato rispetto delle corrette relazioni sindacali», «turni di servizio troppo pesanti» e «condizioni igieniche carenti in alcuni reparti dovuti anche alla presenza di alcuni cani». A febbraio il provveditorato regionale aveva avviato un’ispezione nella prigione di Lodi e lo stato di agitazione era approdato anche in Parlamento, con due interrogazioni presentate al ministro della Giustizia Andrea Orlando. «Tengo a sottolineare che la sostituzione non è stata determinata dall’iniziativa dei sindacati. Sulla struttura lodigiana erano già in corso da un anno verifiche e ispezioni a prescindere dalle lamentele degli agenti» aveva commentato Fabozzi all’indomani del provvedimento con il quale la vicedirettrice del carcere di Pavia, Stefania D’Agostino, veniva nominata a capo della struttura lodigiana al posto della Mussio.

«L’Italia è il Paese che ostacola chi, all’interno delle istituzioni, tenta quotidianamente — con fatica, modestia e senso dello Stato — di coniugare parole e fatti, compiendo il proprio dovere, nè più nè meno. — scrivono i firmatari della lettera di solidarietà alla ex direttrice, primo dei quali è Luigi Lombardi Vallauri, già ordinario di Filosofia del diritto nell’Università di Firenze e presidente della Società italiana di Filosofia giuridica e politica —. Questo per Stefania Mussio ha sempre significato non limitarsi a citare gli articoli in tema di lavoro penitenziario, ma far sì che, tutti i giovedì al mercato di Lodi, i detenuti potessero vendere i prodotti dolciari (preparati nella Casa Circondariale); e nemmeno limitarsi a impiegare, con buone dosi di retorica, termini come ‘pet therapy’, ma costruire un progetto rieducativo rivolto ai detenuti affidatari di due cani presenti nell’istituto».

«Forse alla fine Stefania Mussio ha osato troppo, trasformando il carcere di Lodi, a detta degli avvocati componenti la Commissione di formazione permanente dell’Ordine di Lodi, in un “punto di riferimento culturale, ricreativo e informativo per la cittadinanza” — continua la lettera —. Esprimiamo a Stefania Mussio un grazie solidale, unito però anche a un senso di forte smarrimento che deriva, per l’ennesima volta, da una constatazione: nel nostro Paese è sempre difficile, se non pericoloso, mettere in pratica le “buone pratiche”. E non si tratta di un gioco di parole scelto unicamente per concludere questo documento».