Supermercati Billa addio ma i 33 dipendenti sono ancora a rischio

Crema, serve un investitore entro l’11 marzo di Pier Giorgio Ruggeri

La sede cremasca del supermercato

La sede cremasca del supermercato

Crema, 3 marzo 2015 - Fiato sospeso al Billa di Crema, 33 dipendenti che da mesi attendono di sapere quale sarà la loro sorte, alla luce del fatto che il gruppo tedesco titolare del marchio il 31 marzo se ne va dall’Italia. Ultima data conosciuta per cercare di affiliarsi a un altro marchio e continuare l’attività a Crema è il prossimo 11 marzo. I sindacati sono convocati in sede. Secondo qualcuno, ci sarebbe un’offerta da valutare; secondo altri, invece, l’offerta non c’è ma ci sarebbe, invece, da discutere il destino non solo dei trenta cremaschi ma anche degli altri dipendenti della decina di supermercati ancora invenduti. Il problema Billa parte da lontano, quando il marchio tedesco, circa 150 negozi sparsi nel Nord Italia, annuncia che intende lasciare l’Italia. Nei primi tempi si affacciano alle trattative due grossi marchi: la Conad e Carrefour. Il secondo acquista tutti i supermercati presenti in Veneto, mentre il primo opera prevalentemente in Lombardia. Restano fuori dalla trattativa una cinquantina di impianti, ma c’è tempo, visto che il gruppo annuncia la dismissione per il 31 marzo 2015, data ritentuta sufficientemente lontana per poter sistemare tutti.

Invece, a mano a mano che i mesi passano, le trattative languono. Nessun grosso marchio si interessa ai restanti cinquanta punti vendita che vengono piazzati sul mercato pochi alla volta e a piccole aziende. Per esempio, la Ali acquista alcuni punti vendita in Piemonte, Conad ne acquisisce ancora qualcuno, mentre altre aziende rilevano uno o due supermercati. All’inizio del 2015 siamo allo sprint finale, con circa 140 supermercati piazzati sul mercato e una decina ancora senza acquirente. Anche in questo caso sembra che il tempo sia sufficiente, ma passano le settimane senza che vi sia alcun annuncio ufficiale sulla cessione degli ultimi punti vendita, tra cui anche quello di Crema, nonostante l’affitto low cost e la posizione favorevole. In definitiva, si parla di oltre 300 dipendenti che seguono, giorno per giorno e con il fiato sospeso, le trattative.

Quindi, l’ultima data conosciuta per chiudere la trattativa sarebbe proprio l’11 marzo, quando attorno al tavolo si scopriranno le carte. Per la verità poi ci sono ancora tre settimane per chiudere, ma l’11 marzo sarà necessario avere i nomi di aziende interessate. Altrimenti, che succederà? Le maestranze interne avevano dichiarato, a gennaio, che se non ci fosse stata vendita, nessuno avrebbe perso il posto, ma il personale sarebbe stato trasferito, secondo voci, nel Bresciano. Ma proprio in questi giorni sembra che quanto dichiarato non sia fattibile e, forse, proprio per questo l’11 ci saranno anche i sindacati, che saranno informati sullo stato dell’arte e sulle decisioni dell’azienda tedesca in merito a supermercati invenduti e dipendenti.