Trescore Cremasco: amianto a scuola, la bonifica grazie a un’eredità

Un cittadino lascia al Comune 240mila euro e una casa di Pier Giorgio Ruggeri

Amianto killer

Amianto killer

Trescore Cremasco, 5 ottobre 2015 - Partono oggi grazie a un lascito inatteso i lavori di rimozione della colla d’amianto trovata nella pavimentazione della scuola media di Trescore, problema denunciato a soli due giorni dall’inizio delle lezioni. «Siamo grati alla Its di Spino d’Adda – dice il sindaco Angelo Barbati – che ha ottenuto in tempi stretti i permessi dall’Asl per lavorare. Ci vorranno circa tre settimane e poi tutto sarà a posto e in sicurezza. Il costo del rifacimento del pavimento è di 100mila euro». Ma nella sfortuna la giunta ha potuto contare su un pizzico di buona sorte. Un concittadino recentemente deceduto infatti, Giovanni Lameri, ha lasciato al Comune 240mila euro in contanti e la sua casa, del valore di altri 250mila euro. «Grazie a questi soldi possiamo eseguire subito i lavori nella scuola. In caso contrario l’edificio sarebbe rimasto chiuso per un anno. Pensiamo perciò di intitolare il plesso a questo benefattore. Inoltre, vogliamo trasformare la sua casa in un piccolo hospice per malati terminali».

E i ringraziamenti del sindaco non finiscono qui, perché se gli studenti delle medie hanno potuto cominciare le lezioni solo con un ritardo di qualche giorno lo si deve all’oratorio e alla ditta di Secondo Pozzali, che hanno messo a disposizione quattro aule ciascuno. «Pensiamo di indire un concorso tra i ragazzi con tema da svolgere sull’azienda di Pozzali e poi premiare i primi tre elaborati con un riconoscimento in denaro». Resta solo un ultimo tassello della vicenda scuola a Trescore che Barbati non trascura di sottolineare: «Mi meraviglio che in trent’anni di vita della scuola nessuna delle precedenti Amministrazioni abbia fatto mai nulla. La denuncia del problema a soli due giorni dall’inizio dell’anno scolastico è per lo meno sospetta e intendo andare in fondo alla vicenda, mettendola nelle mani della magistratura».

di Pier Giorgio Ruggeri