I soldi di Lady Essien non sono arrivati: il Como saluta la Lega Pro

Saltata l’iscrizione, si guarda ai dilettanti

I tifosi durante la festa per i 110 anni di fondazione (Cusa)

I tifosi durante la festa per i 110 anni di fondazione (Cusa)

Como, 30 giugno 2017 - The end. Manca Ancora l’ufficialità ma oggi il Como potrebbe chiudere definitivamente i battenti, visto che oggi andavano presentati tutti i documenti con allegata la fideiussione di 350mila euro per l’iscrizione. Da domani probabilmente la sede di via Sinigaglia sarà deserta, visto che anche tutti i collaboratori hanno il contratto in scadenza. Stesso dicasi per i giocatori in scadenza mentre invece quelli con contratto (Crispino, Nossa, Giosa e Le Noci sono vincolati fino al 30 giugno 2018, mentre Briganti, Di Quinzio, Cortesi e Chinellato fino al 30 giugno 2019), attendono lo svincolo d’ufficio imposto dalla Associazione Calciatori e anche loro saranno liberi di accasarsi dove vogliono.

Di Puni Essien invece non si hanno più notizie, come del tanto atteso bonifico che non è mai arrivato. Così si è scatenata la rabbia dei tifosi sui social, che si trovano impotenti di fronte a un disastro annunciato da giorni. Lady Essien attualmente è data in Africa e nessuno del gruppo italiano che doveva gestire l’FC Como ha risposto al telefono. Ora la speranza è rivolta al 12 luglio prossimo, ultimo giorno utile per l’iscrizione in serie D, ma è difficile ipotizzare una cessione di quel che rimane della società in così poco tempo. E soprattutto anche possibili eventuali nuovi acquirenti non saprevbbero a chi rivolgersi. L’unica certezza è che si va verso la cancellazione di 110 anni di storia del Como. Amareggiati soprattutto i giocatori, che hanno creduto di portare avanti il loro progetto tecnico anche con la nuova società. «Quando hanno presentato l’allenatore Iuliano e il ds De Nicola, abbiamo avuto la speranza che il Como potesse andare avanti», spiega Devis Nossa, difensore goleador che ha realizzato 4 reti in 22 partite.

«Cil passare dei giorni però non si è sentito più nessuno e la fiducia è finita. Noi giocatori non potevamo parlare con nessuno, per conoscere il nostro futuro per sapere se potevamo dare ancora tanto al Como, una piazza con una tifoseria eccezionale che non merita certamente questa situazione. I nostri procuratori non potevano contattare, il ds De Nicola perché non aveva ancora le disposizioni di mercato, ma tutti volevano rimanere a Como e nessuno voleva andar via». «Spiace per tutto il fantastico gruppo che avevamo creato noi giocatori, che sicuramente l’anno prossimo avrebbe fatto meglio di quello passato. Non ci hanno dato neanche le minime indicazioni, ad esempio noi domani dobbiamo lasciare libere le case in affitto e non sappiamo neanche dove iscrivere a scuola i nostri figli, una situazione assurda di cui tutti ne stiamo facendo le spese».