Passatori di denaro, 22 indagati: in 2 anni oltre 5 milioni verso la Svizzera

Il contante veniva trasportato in doppifondi di auto o con sistemi simili, per finire su conti correnti svizzeri. Denaro che, in caso di bisogno da parte dei titolari, veniva reintrodotto in Italia con modalità ugualmente clandestine di Pa.Pi.

Oltre cinque miliioni di euro transitati in Svizzera in due anni finiti sotto sequestro

Oltre cinque miliioni di euro transitati in Svizzera in due anni finiti sotto sequestro

Como, 2 marzo 2015 - Oltre cinque milioni di euro transitati verso la Svizzera in un paio d’anni, di cui quasi due finiti sotto sequestro man mano che procedeva l’indagine per riciclaggio, portata avanti tra 2012 e 2013. Sono 22 gli indagati che hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini da parte del sostituto procuratore di Como Mariano Fadda, accusati a vario titolo di aver alimentato un sistema di riciclaggio di denaro, proveniente da illeciti finanziari, e quindi evasione dei redditi, ma anche appropriazioni indebite. Contante che veniva trasportato in doppifondi di auto o con sistemi simili, per finire su conti correnti svizzeri. Un sistema non nuovo, già indagato tra 2008 e 2010, a conferma del fatto che il flusso di denaro trasportato con modalità fraudolente è di fatto continuo e inarrestabile.

Denaro che, in caso di bisogno da parte dei titolari, veniva reintrodotto in Italia con modalità ugualmente clandestine. Le accuse di associazione a delinquere, hanno raggiunto promotori e organizzatori italiani, ma anche operatori svizzeri, corrieri e intermediari finanziari. In questo caso, rispetto all’indagine precedente, gli accertamenti hanno fatto un passo avanti, sequestrando la valuta contestualmente al trasporto, e facendo nell’immediatezza le verifiche di provenienza per accertare che si trattasse effettivamente di denaro non dichiarato o comunque proveniente da condotte illecite di varia natura. Le somme di cui è stato monitorato il transito, variavano tra importi minimi, come 30mila euro, fino a cifre più impegnative, come i 300mila provenienti da infedele dichiarazione dei redditi di un imprenditore toscano, in viaggio verso la Svizzera nel dicembre 2012. Oppure i 500mila che si ritengono provento di appropriazione indebita, passati da Chiasso nel maggio 2013.