Sette milioni e mezzo di euro bloccati alla frontiera

Como è la seconda provincia d’Italia con la maggiore circolazione di banconote da 500 euro. Seconda solo a San Marino di Paola Pioppi

La dogana di Ponte Chiasso

La dogana di Ponte Chiasso

Como, 6 luglio 2015 - Como è la seconda provincia d’Italia con la maggiore circolazione di banconote da 500 euro. Seconda solo a San Marino, fa parte delle tre province – assieme a Varese – nelle quali circola l’80 percento del taglio di contanti che viene rifiutato da tutti, perché difficilmente smerciabile, ma soprattutto perché catalizzatore di sospetti legati alla circolazione di denaro non tracciato. Ma per una provincia al confine, per la precisione quella con la posizione più strategica sull’asse dei movimenti che collegano sud e nord d’Europa, quel taglio di denaro contante rappresenta una grande opportunità: trasportare clandestinamente denaro da una parte all’altra del confine, nascondendo grandi cifre in ingombri minimi. Rispetto ai 100 milioni di valuta intercettata a livello nazionale nel 2014, oltre 25 milioni sono passati da Como, di cui quattro finiti sotto sequestro in applicazione della normativa. Dall’inizio dell’anno, si sono aggiunti sette milioni e mezzo, corrispondenti a oltre un milione e mezzo di sequestri valutari. Per contro, se la documentazione intercettata in area doganale, attestante disponibilità di valuta all’estero, in tutto il 2014 testimoniava una presenza di 79 milioni, dall’inizio dell’anno siamo già passati a quota 87 milioni di euro. Sono estratti conto, tessera bancomat, libretti di assegni o documentazioni equivalenti che ancora oggi, incomprensibilmente, si porta appresso chi ha conti correnti o disponibilità oltreconfine.

Materiale che dovrà essere vagliato per verificare se tali patrimoni sono detenuti lecitamente, ma che sono comunque testimonianza della quantità di denaro riconducibile a cittadini italiani, che stazione fuori dall’Italia. Valutazioni a cui si aggiunge una considerazione ulteriore: il contrabbando di denaro intercettato in dogana, è solo la parte più spiccia delle dinamiche di movimentazioni illegali di capitali, e speso colpiscono l’investitore fai da te con cifre al limite del trascurabile, tra i 50 e 100mila euro non dichiarati al seguito.