Venerdì 19 Aprile 2024

Sul progetto di Libeskind Lucini ora rischia grosso

Il referendum indetto dal consigliere Rapinese contro il progetto dell'archistar nel bacino può trasformarsi in un boomerang per lo stesso sindaco di Ro.Can.

 L’architetto Daniel Libeski e iI sindaco di Como Mario Lucini (Cusa)

L’architetto Daniel Libeski e iI sindaco di Como Mario Lucini (Cusa)

Como, 17 dicembre - Sarà stata la caparbietà di Alessandro Rapinese, che contro l’installazione di Daniel Libeskind nel cuore del primo bacino vuole organizzare un referendum, oppure le difficoltà tecniche incontrare dal cantiere o ancora l’ira funesta di Vittorio Sgarbi che pubblicamente si è opposto all’opera, fatto sta che anche la maggioranza di centrosinistra sembra vacillare di fronte all’opportunità di proseguire nei lavori. La sorpresa la sia è avuta lunedì sera, nel corso dell’assemblea cittadina mentre in discussione c’erano due mozioni dello stesso Rapinese, ormai vicino al traguardo delle 4.200 firme utili per promuovere il suo referendum contro l’opera. "Siamo arrivati a quota 3.500 – ha spiegato il consigliere di “Adesso Como” – e non ci fermeremo finché non avremo raggiunto il nostro scopo. Vogliamo che siano i comaschi e non il sindaco e la Giunta a dire se vogliono o meno questa installazione che a noi in quella posizione non piace». 

La scultura

E se il sostegno al sindaco agli Amici di Como, promotori del progetto, finora era stato granitico, l’altra sera la maggioranza ha vacillato, soprattutto sulla mozione che proponeva di sospendere la concessione e rifare l’iter da capo, questa volta coinvolgendo la popolazione nella decisione. La maggioranza ha respinto la proposta per 13 voti contrari contro 10 favorevoli, ma a pesare sono state soprattutto le astensioni di sette consiglieri: Vincenzo Sapere e Luigi Nessi di Paco-Sel, Eva Cariboni di Amo la mia città e tre esponenti del Pd (De Feudis, Grieco e Rovi). Il rischio, se Rapinese riuscirà a mettere insieme le settecento firme che ancora mancano per il referendum entro fine gennaio, è di chiamare i comaschi alle urne la primavera prossima, quando il monumento sarà già al suo posto.

In questo caso più che il voto sull’installazione di Libeskind la verifica sarebbe sul mandato di Mario Lucini. Tanto più che gli Amici di Como sembrano aver trovato più di un inghippo sulla diga foranea. Dai primi carotaggi è infatti emerso uno strato di roccia di spessore maggiore al previsto, con le perforazioni che dovranno essere di 26 metri e non di 17 com’era nella previsioni iniziali. Il che tradotto significa aumento dei costi e dei tempi di cantiere, già molto stretti per arrivare in tempo a Expo 2015. La maledizione del primo bacino del lago, secondo alcuni, o di Vittorio Sgarbi che particolarmente accanito contro l’opera ha già bollato l’opera di Libeskind come un «monumento alla stupidità».