Como, Libeskind vince la sfida: il suo monumento è intoccabile

«L’arte non è democratica». Parola dell’archistar Daniel Libeskind, ieri sera a Como per giustificarsi di quel regalo così impegnativo che ha deciso di fare alla città in vista di Expo. Un monumento da lui creato alto 16 metri e mezzo e pesante alcune tonnellate da collocare al termine della diga foranea che si trova proprio di fronte alla centralissima piazza Cavour di Roberto Canali

La scultura

La scultura

Como, 23 ottobre 2014 - «L’arte non è democratica». Parola dell’archistar Daniel Libeskind, ieri sera a Como per giustificarsi di quel regalo così impegnativo che ha deciso di fare alla città in vista di Expo. Un monumento da lui creato alto 16 metri e mezzo e pesante alcune tonnellate da collocare al termine della diga foranea che si trova proprio di fronte alla centralissima piazza Cavour, nel bel mezzo del primo bacino del lago. «Non discutiamo sull’opera, ma sulla sua collocazione a dir poco discutibile – si era lamentato l’Ordine degli Architetti – Il sindaco ci ripensi».

Invece la Giunta ha preferito dare ragione a Libeskind, insieme alla Provincia e alla Soprintendenza, così ieri il maestro del decostruttivismo si è presentato nella città del razionalismo da vincitore: «Amo questa città – ha spiegato Libeskind – avevo già pensato a quest’opera un paio di anni fa, durante una passeggiata sulla diga. Rappresenta l’energia ed è un atto d’amore verso questo luogo che ha un grande passato ma deve imparare ad aprirsi al futuro». Ci ha pensato l’autore del nuovo Ground Zero, con una grande cornice di acciaio e carbonio che a prima vista rappresenta una A e una V stilizzata, l’acronimo di Alessandro Volta che secondo i maligni è dannatamente simile ad un palazzo che lo stesso Libeskind ha realizzato a San Pietroburgo per la Gazprom.

«Nulla di tutto questo – ha tagliato corto l’autore – rappresenta l’energia, l’arco voltaico. Se non piace agli architetti non è un mio problema. Non ho mai pensato che il mio lavoro fosse rivolto a loro. Già in passato gli architetti hanno avuto posizioni divergenti, ma io ho preferito sempre pensare al pubblico, alle generazioni che verranno». Del resto non è facile fare innovazione sul lago, lo stesso Terragni quando all’inizio del secolo scorso scoprì Novum Comum, una delle opere più rivoluzionarie, rimediò un mare di critiche e una proposta di radiazione dall’albo. A giorni inizierà il cantiere per rinforzare la diga foranea a arrivare in tempo con la posa entro l’avvio di Expo. Non potrà mettersi di traverso neppure il referendum annunciato dalle opposizioni: a primavera il monumento sarà già al suo posto.