Profughi, respinti dalla Svizzera: è già emergenza umanitaria

Hanno cercato in blocco di entrare ma sono stati respinti a Como. Scatta l'emergenza. Si prevedono nuovi arrivi e nuovi tentativi di varcare il confine. Scatta il servizio di assistenza alimentare

Assistenza ai profughi eritrei

Assistenza ai profughi eritrei

Como, 13 luglio 2016 - Hanno cercato in blocco di entrare in Svizzera ieri mattina. L’ennesimo tentativo andato male per il gruppo di giovani eritrei che da una settimana staziona a San Giovanni. Come già avvenuto nei giorni scorsi, sono stati intercettati dalle Guardie di confine del Canton Ticino non appena superata la frontiera, in treno, e rimandati in Italia. Li hanno consegnati agli uffici della Polizia di frontiera di Ponte Chiasso, che ogni giorno sta ricevendo riammissioni di migranti. Ieri erano circa sessanta, ma oggi il numero potrebbe essere replicato, perché i tentativi sono costanti. Nel frattempo sono arrivati per loro pasti caldi dalla mensa di solidarietà: è di fatto il primo intervento per cercare di tamponare quella che è una vera e propria emergenza umanitaria, che sta raggiungendo il suo culmine in questi giorni.

Da lunedì sera, è stato attivato un servizio di assistenza alimentare per questi giovanissimi, alcuni dei quali persino minorenni, la cui età media oscilla tra i 20 e i 25 anni. Bivaccano tutto il giorno, in attesa di un unico momento: quando tenteranno inutilmente di andare in Svizzera. In tasca quasi tutti hanno dei soldi, che spendono per mangiare merendine prese alle macchinette della stazione, o per proporre ai taxisti di accompagnarli a Lugano, ovviamente ricevendo netti rifiuti. Ma non si sa quanto a lungo durerà questo contante, a fronte del fatto che il loro viaggio verso la Germania non sta procedendo. Nel frattempo sono state impiegate con presidi fissi pattuglie di polizia e carabinieri, per monitorare una situazione che non ha mai mostrato alcuna criticità. 

Il sindaco di polizia Sap, ha diffuso un comunicato con il quale chiede rinforzi a Como: «Dopo avere in epoca non sospetta evidenziato gli effetti negativi che una diminuzione dell’organico della Polizia di Frontiera avrebbe prodotto nella vigilanza del corridoio Milano-Como-Svizzera, divenuta unica via di fuga dopo la strettissima sorveglianza dei confini che Austria e Francia stanno attuando, il Sindacato Autonomo di Polizia non può che riaffermare quanto detto in passato: non si pensi di scaricare l’emergenza profughi sulle spalle delle donne e degli uomini della Forze dell’Ordine e in particolar modo su quelli della Polizia di Stato». Aggiungendo che «Un immediato aumento, anche temporaneo, di forze dell’ordine, in supporto a quelle territoriali, si è reso ormai indispensabile per fronteggiare l’emergenza prima che tutto il settore della frontiera comasca crolli sotto il peso dei continui respingimenti che la Svizzera attua con determinazione». Dalla Svizzera, con i conteggi dei respingimenti ufficiali, arriva anche la conferma che l’emergenza in questa fase proviene esclusivamente dall’Africa centrale: nella settimana dal 4 al 7 luglio, le 1321 persone intercettate (in netto aumento rispetto alle 1004 della settimana precedente, e alle 685 di quindici giorni fa), erano in buona parte provenienti dall’Eritrea, 665, seguiti da 104 della Nigeria, 95 del Gambia, 57 della Guinea Bissau e 37 etiopi.