Porlezza, ucciso con estrema violenza: si cerca nelle relazioni dell’imprenditore in Kenya

Le indagini sulla morte di Paolo Rusconi

Paolo Rusconi

Paolo Rusconi

Porlezza (Como), 21 maggio 2015 -  Due colpi di pistola al petto, sparati da distanza ravvicinata da due uomini che molto probabilmente stavano attendendo il suo rientro a casa, in quella villetta alla periferia di Nairobi dove Paolo Rusconi viveva da solo da nove mesi. Più che un furto andato male sembra una vera e propria esecuzione quella cui è andato incontro Paolo Rusconi, l’imprenditore originario di Porlezza che tre anni fa aveva deciso di fare i bagagli e trasferirsi in Kenya, dove con una vita da capomastro alle spalle non era stato difficile per lui avviare un’attività immobiliare.

Anche ieri i poliziotti di Athi River hanno parlato con amici e conoscenti, alla ricerca di qualche elemento che potesse metterli sulla pista buona. A quanto sembra i killer hanno atteso il rientro a casa di Rusconi, verso le tre del mattino, uccidendolo con due soli colpi di pistola sparati con precisione al petto. Gli assassini dopo averlo colpito se ne sono andati com’erano venuti, senza toccare nulla all’interno dell’abitazione e senza depredare la loro vittima, che aveva ancora indosso denaro e documenti quando, alcune ore più tardi, sono arrivati i primi soccorritori. Per questo il capitano Kizito Mutoro, da quando riportano i giornali locali, ha deciso di aprire un’indagine sull’accaduto, cercando di ricostruire le ultime ore di vita di Rusconi il quale, oltre alle due ferite da arma da fuoco al petto presentava anche un vistoso taglio sul volto. Solo l’autopsia potrà permettere di stabilire quanto quella ferita è recente e se Rusconi se l’è procurata in un tentativo estremo di difesa prima che i suoi due assassini aprissero il fuoco.

Rimane naturalmente da capire il perché di tanta violenza: la polizia ha disposto il sequestro dei conti dell’imprenditore, per cercare di stabilire se si fosse indebitato con qualcuno a causa della sua attività economica, ma a quanto sembra per ora non è emerso nulla di significativo. Si indaga anche sulle relazioni personali dell’uomo che in Africa sembrava essersi perfettamente inserito, come raccontava agli amici ogni volta che faceva rientro a Porlezza, dove l’ultima volta era stato il Natale scorso.

Proprio nella piccola comunità del Ceresio sono in tanti a ricordarsi di lui, come dimostrano le numerose testimonianze di cordoglio che sono arrivate ai familiari nelle ultime ore. Sono stati avvisati anche i due figli di Rusconi, entrambi adolescenti, che vivono con la madre in Olanda. In contatto con la Farnesina come il resto dei familiari più stretti attendono il rientro della salma del loro caro in Italia, per l’ultimo saluto che a questo punto potrebbe slittare alla prossima settimana.