Como, 12 maggio 2012 - Se il primo turno è stato nel segno delle liste civiche, grazie all'incredibile proliferare di candidati che è costato voti soprattutto al Pdl, il ballottaggio promette di svolgersi nel segno dell'eterna sfida tra Centrodestra e Centrosinistra. Sarà così in città dove tra Laura Bordoli, la candidata del partito di Angelino Alfano e Mario Lucini, in corsa per una coalizione che riunisce Pd e Sel, stanno iniziando ad alzarsi i toni. Messo da parte il fair play lo scontro si sta spostando sul futuro di Como, destinata a diventare una brutta copia di Milano, secondo la candidata del Pdl, se dovesse vincere Lucini.

«Il rilancio che immaginiamo per la nostra città non è quello auspicato dalla sinistra - spiega Laura Bordoli - Lucini vuol portare a Como quello che Pisapia sta facendo a Milano: balzelli mostruosi per tasse come Cosap e Irpef, gabelle medioevali come i 5 euro per accedere in città con l'auto, via libera alla moschea e dismissioni dei nuclei della polizia locale che si occupavano di anti taccheggio e anti accattonaggio».

Una santa alleanza del Centrodestra senza la Lega, che rifiuta ogni apparentamento e Sergio Gaddi, che probabilmente lascerà libertà di voto ai suoi. In caso di vittoria poi Laura Bordoli promette di chiudere la porta in faccia agli ex-assessori della Giunta Bruni, puntando su un tris di tecnici: Clemente Tajana (ex-ingegnere capo di Palazzo Cernezzi al primo turno in lista con Peronese), Luca Levrini (docente universitario di Odontoiatria all'Università dell'Insubria) e la storica capitana della Comense, Viviana Ballabio, che dopo aver vinto tutto sul campo oggi è team manager delle nerostellate. «Il Pdl comasco è alla frutta - è la replica a stretto giro di posta di Mario Lucini - puntare sulla paura degli elettori, agitando spettri inesistenti come la moschea e l'occupazione delle circoscrizioni da parte dei centri sociali, non servirà a nulla. Siamo sdegnati soprattutto per la scarsa considerazione che hanno dell'intelligenza dei cittadini comaschi».

In città la quadra per Mario Lucini potrebbe arrivare con l'accordo con la civica Per Como, magari offrendo un assessorato esterno a Roberta Marzorati, la più votata in città che rischia di rimanere fuori dall'assemblea di Palazzo Cernezzi. Poche novità rispetto al primo turno invece a Erba dove al sindaco uscente Marcella Tili, dall'alto del 46,54% basterebbe riconfermare i voti dei suoi per vincere senza bisogno di alleanze con Lega e Polo Civico di Centro. «C'è tempo fino alle 12 di oggi per gli apparentamenti - conferma Luca Gaffuri, capogruppo al Pirellone del Pd - ma penso che a Como ed Erba correremo da soli, si sta trattando invece a Cantù». Nella Città del Mobile promette infatti di consumarsi la sfida più interessante, Nicola Molteni e Claudio Bizzozero hanno chiuso il primo turno vicinissimi e anche in questo caso, almeno per il candidato della Lega, la sfida sarà tra Centrodestra e Centrosinistra. Per consolidare il suo vantaggio Nicola Molteni ha concluso l'apparentamento con Paolo Frigerio di Autonomia Canturina e Matteo Ferrari di In Cantù, Lavori in corso è sempre più vicino a trovare una quadra con il Pd.