Como, gli rubano gli orologi e chiede il risarcimento allo Stato

Un austriaco subì il furto di preziosi per 160mila euro, adesso chiede alla Corte Europea che condanni l'Italia a risarcirlo

Il caso dal Tribunale di Como rischia di finire alla Corte Europea

Il caso dal Tribunale di Como rischia di finire alla Corte Europea

Como, 30 giugno 2016 - Il suo viaggio in Italia, tre anni fa, si era concluso con un episodio decisamente sgradevole: l’uomo, cittadino austriaco, era infatti stato raggirato e derubato di orologi di pregio, per un valore di 160mila euro. Aveva sporto denuncia ai carabinieri, che nell’arco di qualche settimana, erano arrivati a individuare i tre uomini ritenuti responsabili di quel colpo, tutti originari dell’ex Jugoslavia e di etnia rom: Milos Jovanovic, 26 anni, Miroslav Dabic, 26 anni e Srdan Jovanovic, 30 anni.

Impossibile però recuperare il bottino, che non è mai stato restituito all’austriaco, convinto di arrivare a Como e fare un buon affare con i tre acquirenti. Ora sono finiti a processo davanti al giudice monocratico di Como, tutti rappresentati da avvocati di fiducia. Tuttavia il processo, che si è aperto davanti al giudice monocratico di Como Cristian Mariani, pare che non potrà beneficiare della testimonianza della parte offesa, vale a dire l’uomo che è stato raggirato, che ha perso i suoi orologi, e ha fatto denuncia. Ma allo steso tempo, l’unico testimone oculare di quanto accaduto. Sarebbe dovuto comparire in Tribunale per ricostruire il sistema utilizzato per raggirarlo, fornire ulteriori dettagli necessari al processo,e confermare il riconoscimento degli imputati. Alla citazione a comparire davanti al giudice, ha infatti risposto con la seguente e-mail: «Dato il viaggio di oltre 2000 chilometri, non intendo venire da voi solo perché il signor giudice vuole la mia testimonianza già fatta presso i carabinieri, rispetto alla quale non ho nulla da aggiungere. Da parte mia presenterò domanda alla Corte Europea per risarcimento danni contro al Repubblica Italiana». Il processo è stato rinviato a ottobre, per ascoltare i testimoni e un’altra parte offesa di questa vicenda, e per cercare di capire se possono essere utilizzati gli atti formalizzati davanti ai carabinieri.