Delitto Deiana, Monti: «Mi diede il coltello, ho colpito quattro volte»

Il racconto di uno dei due uomini che misero fine alla vita di Deiana

 Oltrona San Mamete, il punto in cui venne seppellito il cadavere di Deiana

Oltrona San Mamete, il punto in cui venne seppellito il cadavere di Deiana

Villa Guardia, 1 marzo 2015 - Un vecchio coltello quasi consumato, con una lama lunga una quindicina di centimetri e il manico nero. Quando ha iniziato a scorrere sul tavolo della pizzeria, lanciato da Franco Virgato verso Giuseppe Monti, Salvatore Deiana si era allontanato un attimo. A lungo erano stati tutti e tre al tavolo della pizzeria di Vertemate dove, la sera dell’8 marzo 2009, Deiana fu accoltellato a morte. Esattamente con quell’arma, presa da un cassetto della cucina. «Avevo capito chiaramente che Virgato mi stava chiedendo di prepararmi a usare il coltello contro Chicco». Sono i ricordi di Giuseppe Monti, trentaquattrenne di Bregnano, arrestato con l’accusa di concorso in omicidio insieme a Virgato, 44 anni di Appiano Gentile, ritenuto il vero organizzatore di quel delitto, motivato da un agguato che sette anni prima gli aveva riservato Deiana. Interrogato dagli inquirenti della Squadra Mobile di Como, non ha faticato ad ammettere, sei anni dopo quei fatti in cui è stato coinvolto senza nemmeno capire i motivi, tutto ciò che era avvenuto quella notte. Da qualche tempo si frequentava con Virgato, con il quale aveva in comune lo spaccio di droga, nonostante il tentativo fallito di cambiare vita. «Ad un certo punto – ha raccontato – Virgato è riuscito a immobilizzare Chicco, e in quel momento mi ha gridato “parti, parti”…. Con il coltello ho colpito quattro o cinque volte Chicco, di punta, alla pancia… Ero sconvolto, ma Virgato mi chiedeva di finirlo. Virgato mi intimoriva, ma sono riuscito rifiutarmi di andare avanti». Monti ribadisce agli inquirenti che con quella storia non c’entrava nulla: «Gliel’ho detto – prosegue – e anche che non avevo il coraggio di colpire ancora Chicco. Virgato mi ha tolto il coltello e mi sono allontanato. Nonostante l’avessi colpito più volte, Chicco era molto energico, ancora vivo anche se agonizzante». Monti si allontana, poi rientra in cucina: «Aveva il coltello conficcato al centro del petto». É stato Monti a intervenire una seconda volta: «Ho tolto il coltello, e l’ho buttato nel lavandino». É ancora lui che esce e porta l’auto vicino alla porta posteriore del locale: «Credo che il corpo fosse stato avvolto in un telo o un tappeto, ed è stato caricato nel baule della mia auto». In realtà, si trattava della Kia Sportage di proprietà dell’ex compagna di Monti, che è stata ora messa sotto sequestro alla ricerca di tracce lasciate quella sera. Lo seppelliranno nei boschi di Oltrona dove, nel frattempo, era stata preparata la fossa individuata lunedì.