In casa aveva un museo archeologico «Non sapevo fossero pezzi di valore»

Erano stati trovati del tutto incidentalmente, durante un pignoramento avvenuto nel febbraio 2013 all’interno di un immobile di Campione d’Italia. Un piccolo museo archeologico, composto da 78 pezzi di produzione greca, magnogreca, siceliota, romana, etrusca, egiziana e preistorica di Paola Pioppi

Carabinieri

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Campione d'Italia (Como), 13 aprile 2015 - Erano stati trovati del tutto incidentalmente, durante un pignoramento avvenuto nel febbraio 2013 all’interno di un immobile di Campione d’Italia. Un piccolo museo archeologico, composto da 78 pezzi di produzione greca, magnogreca, siceliota, romana, etrusca, egiziana e preistorica. Un patrimonio riconducibile a diverse epoche storiche, di notevolissimo valore storico e scientifico, che la legge impedisce di lasciare nella disponibilità di privati. Per essersi impossessato di questi beni, è finito a processo, a Como, Vittorio Pofferi, 68 anni, residente nell’enclave italiana. È accusato di violazione del decreto legislativo che tutela i beni culturali nazionali, e in particolare di «impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato». Gli oggetti, una volta ritrovati e qualificati da un archeologo come beni di pregio, erano stati affidati in custodia giudiziale alla Soprintendenza ai Beni Archeologici della Lombardia.

L'elenco include oggetti soprattutto di provenienza greca, magnogreca e romana, in tutto 48 pezzi – soprattutto vasi e lucerne - a cui si aggiungono un reperto egiziano, frammenti di selce preistorica o fossile, oggetti tardoromani o altomedievali e uno orientale. I carabinieri avevano trovato anche due vasi precolombiani di provenienza sudamericana, e altrettanti frammenti ceramici. Infine, per alcuni reperti, non era stato possibile procedere a un’attribuzione immediata. L’imputato si difende sostenendo di aver trovato quel materiale già al suo subentro nella proprietà immobiliare, ignorandone il valore storico e artistico, ma anche la normativa che qualifica come beni culturali oggetti e reperti «che interessano la paleontologia, la preistoria e le primitive civiltà».