Caso moschea, il sindaco di Cantù: qui vivono 2mila islamici diamo loro un luogo di culto

Raccolta fondi per il capannone di via Milano

Protesta della Lega contro la moschea (Cusa)

Protesta della Lega contro la moschea (Cusa)

Cantù (Como), 22 dicembre 2014 - Dopo essere vissuti per generazioni tra casa, chiesa e bottega, gli abitanti di Cantù saranno costretti ad allargare un po’ il loro giro e ricomprendevi anche la moschea. Segno dei tempi che cambiano e degli operai delle falegnamerie che hanno messo su famiglia, tanto che adesso vogliono un posto dove poter pregare in pace. Su quarantamila abitanti sono oltre quattromila gli immigrati, la metà dei quali provenienti da Paesi di culto islamico. Basterebbe questo dato per spiegare il senso di una moschea che però nella Città del Mobile e, fino a un paio di anni fa, della Lega continua a essere particolarmente invisa. «Non ne facciamo una questione di religione ma di rispetto dei cittadini – spiega il capogruppo del Carroccio, Alessandro Brianza – abbiamo raccolto oltre tremila firme di persone che sono contrarie. La maggioranza faccia decidere i canturini con un referendum».

Ipotesi respinta al mittente nel corso di un’infuocata seduta dell’assemblea cittadina, tra clacque della Lega e della comunità islamica pronta a difendere come Fort Alamo l’anonimo capannone di via Milano dove i fedeli potranno inchinarsi alla Mecca nella pausa tra un turno di lavoro e l’altro. «Conosco molte di queste persone e possono garantire che sono assolutamente per bene – taglia corto il sindaco, Claudio Bizzozero, sostenuto da una coalizione di liste civiche –. Molti di loro sono diventati italiani, giurando sulla Costituzione, i loro figli vanno a scuola con i miei. Trovo sia un segno di civiltà lasciare che si rivolgano al loro Dio, come diceva Gandhi. Se la Lega vuole organizzare un referendum faccia pure, sarò il primo a firmare a favore della moschea».

Oltre al mahatma anche il Tar della Lombardia sembra dalla parte delle comunità islamiche. Dal 2010 a oggi hanno vinto tre ricorsi a Rogno, Sesto Calende e Brescia. Impossibile per il Comune pensare di spuntarla quando il proprietario dell’edificio di via Milano ha chiesto d’integrare la destinazione d’uso, aggiungendo la voce “religioso” accanto a industriale. Qui più di Allah hanno potuto gli euro dell’affitto, che la comunità islamica canturina si è impegnata a versare mese per mese. «Stiamo raccogliendo i soldi necessari ai lavori di adeguamento della struttura – sorride Amadou Gueye, presidente dell’associazione Teranga che raccoglie gli immigrati senegalesi della Città del Mobile –. A marzo contiamo di poter avere le chiavi». Entro il prossimo Ramadan dovrebbe essere tutto pronto così si troveranno a pregare gomito a gomito, pachistani, marocchini, senegalesi, turchi e nigeriani. Un piccolo miracolo di convivenza che non convince il Carroccio. «L’altro giorno abbiamo scoperto che un ragazzo di 19 anni residente in città è indagato per essere un sostenitore dell’Isis – conclude l’onorevole della Lega Nord, Nicola Molteni – anche lui si stava preparando per andare a pregare in via Milano? La moschea vadano a farla altrove, Cantù non la vuole».