Mariano Comense, stato di agitazione al Gigante

I sindacati hanno annunciato dodici ore di sciopero nei prossimi giorni

Proclamato lo stato di agitazione per il gruppo Il Gigante

Proclamato lo stato di agitazione per il gruppo Il Gigante

Mariano Comense (Como), 27 luglio 2016 -  Stato di agitazione a livello nazionale per la catena Gigante. A seguito della rottura delle trattative, i sindacati hanno riconfermato lo stato di agitazione già in essere e dichiarato un pacchetto di 12 ore di sciopero: 4 ore a disposizione delle Rsu da utilizzare nella modalità che riterranno più opportuna e una giornata intera di sciopero con manifestazione e presidio in data e luogo da comunicare.

In provincia ci sono in totale due esercizi a Mariano Comense e Vertemate con Minoprio. Si tratta di circa 220 dipendenti per unità produttiva. Il Gigante fa parte di una delle poche realtà della grande distribuzione organizzata che, aderendo a Confcommercio, ha un contratto collettivo nazionale rinnovato. «I lavoratori – spiega Ivan Talloru, Filcams Cgil Como - in questi anni avevano spesso concesso aperture in tema di flessibilità oraria, un esempio su tutti è stata l'adesione volontaria a un regime orario chiamato “invision” (flessibilità del proprio orario lavorativo su griglie elaborate da un programma con articolazione bisettimanale). Dopo il rinnovo del contratto nazionale, sono cominciate le trattative per quello integrativo perchè l'azienda continuava a richiedere l'eliminazione del premio aziendale fisso, nonostante l'andamento positivo della società».

Venerdì si è interrotta la trattativa. «Abbiamo chiesto di ridurre in maniera drastica le condizioni economiche e normative del contratto integrativo aziendale - proseguono i sindacati -  chiedendo di eliminare le condizioni migliorative in materia di pause, malattia, maggiorazioni nei giorni festivi del periodo natalizio, regolamentazione dei permessi per chi utilizza la legge 104, nonché un’ulteriore flessibilità nella gestione delle trasferte del personale da un punto vendita all’altro. Per l’organizzazione del lavoro, orari, lavoro domenicale, salute e sicurezza, pari opportunità e conciliazione non si è mai realmente entrati nel merito, pur avendo noi ribadito che il sacrificio economico chiesto alle lavoratrici e ai lavoratori doveva essere vincolato a un accordo che tenesse in considerazione le esigenze di conciliazione dei tempi delle lavoratrici».