Lupi a cavallo del confine: una questione di vita o di morte

Mentre sul Lario i lupi vengono protetti in Canton Ticino presto potrebbe essere consentita la caccia tutto l'anno. Per gli esperti italiani invece sono di grande utilità per l'ambiente

I lupi fotografati sui monti del Lario

I lupi fotografati sui monti del Lario

Grandola e Uniti (Como), 7 febbraio 2016 - Preso a fucilate in Canton Ticino, coccolati sul Lario. Una questione di vita o di morte che è soprattutto una questione di confine per i lupi, ricomparsi sulle montagne tra Italia e Svizzera come conseguenza del ritorno dei grossi animali ungulati, cervi e cinghiali su tutti, dei quali sono gli antagonisti naturali. Nelle scorse settimane una coppia di questi predatori era stata fotografata in Val Cavargna, dopo essere sconfinata dalla Val Morobbia, la prova che gli avvistamenti registrati nei mesi scorsi in Valle Albano erano attendibili. In grado di percorrere decine di chilometri in un solo giorno, il lupo sfrutta per le proprie battute di caccia un territorio di un centinaio di chilometri quadrati. Caccia solo quando è affamato ed essendo un animale sociale ama farlo in branco.

Le prede non mancano, come dimostra il proliferare di cervi, camosci e cinghiali la cui popolazione è talmente proliferata da rappresentare un pericolo per automobilisti e agricoltori, tanto da spingere la provincia ad autorizzare battute di caccia selettiva. A sostituire la doppietta dell’uomo potrebbe essere tranquillamente il lupo, che però continua a godere di cattiva fama, in particolare in Ticino e nel Canton Grigioni, dove nei mesi scorsi sono state assalite alcune greggi. Così la Commissione dell’ambiente del Consiglio degli Stati ha iniziato l’iter per inserire questo canide tra le specie cacciabili tutto l’anno e dare ai Cantoni maggior potere decisionale sulla possibilità di cacciare il lupo. Un inasprimento rispetto alla politica di contenimento attuata finora, che prevedeva la possibilità di abbattere il predatore solo al fine di proteggere il bestiame e in presenza di una popolazione considerevole di lupi. A difendere il predatore ci stanno provando le associazioni animaliste e gli ecologisti, finora però con scarsi risultati. Per una volta va decisamente meglio da questa parte del confine, in Italia infatti il lupo è un animale protetto e in caso di danni ad allevamenti o capi di bestiame è lo Stato a pagare.

Era dalla metà del 1.800 che questi animali non si vedevano più scorrazzare sulle montagne del Lario, ma l’inverno incredibilmente mite e le doppiette elvetiche hanno fatto il miracolo. Gli uomini della Polizia Provinciale sono sulle tracce di un paio di esemplari. Oltre alle foto sono stati raccolti resti organici e sono state trovate tracce delle loro arcate dentarie su alcune carcasse. Tutti i dati saranno analizzati da etologi e biologi che stanno partecipando al progetto europeo Life WolfAlps. Rovinato da una cattiva reputazione il lupo è un animale di grande utilità per l’ambiente, al vertice della catena alimentare elimina gli ungulati più deboli e malati, svolgendo un ruolo da regolatore naturale. Per nulla aggressivo e anzi molto schivo difficilmente attacca l’uomo, ma questo non è bastato a convincere allevatori e cacciatori del Canton Ticino, che un po’ come facevano i loro nonni vorrebbero rimettersi ad abbatterlo. Mai come stavolta il rimedio sembra essere peggiore del male, gli ambientalisti avvertono: il rischio di una nuova estinzione è dietro l’angolo.