Cantone Lario, la versione di Maroni: "Nessuna decisione è stata presa"

Il presidente della Lombardia rimanda tutto all'esito del referendum costituzionale di ottobre

Roberto Maroni rassicura: "Nessuna decisione è stata presa sulla questione Lario"

Roberto Maroni rassicura: "Nessuna decisione è stata presa sulla questione Lario"

Como, 21 luglio 2016 - Getta acqua sul fuoco il presidente di Regione Lombardia, Roberto Maroni, sulla questione dei Cantoni e la questione legata al futuro della Provincia di Como, che sembra essere destinata a venire spezzata in due e riassegnata a Varese e Sondrio. "Contrariamente a quanto appare leggendo i giornali, la Regione non ha preso ancora alcuna decisione sui nuovi Cantoni - spiega in una lettera indirizzata a imprenditori, sindaci e politici Lariani - che per legge dovranno sostituire le attuali Province, men che meno quella di “dividere il lago di Como”. Per il semplice motivo che non c’è alcuna decisione da prendere oggi: prima di ogni decisione, infatti, bisognerà attendere l’esito del referendum sulla riforma costituzionale". 

Tutto rimandato a ottobre, dunque, per Maroni. "Se vincerà il no, come io auspico, peraltro, la questione “nuovi Cantoni” si chiuderebbe prima ancora di aprirsi, dato che rimarrebbero in vita le attuali Province - prosegue Maroni -  Sul mio tavolo ci sono alcune bozze di lavoro, predisposte come materiale per la discussione che abbiamo avuto con Anci, Upl e Unioncamere e tutti i soggetti dei Tavoli provinciali, sintesi tecnica delle osservazioni arrivate da tutti i territori, compresi Lecco, Como, Varese e la Brianza. Queste bozze di lavoro contemplano varie ipotesi, tra cui quella che riguarda Como e il suo territorio: e proprio quella del lago, come ho più volte affermato, rimane una “questione aperta”, e come tale sarà indicata nel documento ufficiale che scriverò nei prossimi mesi, che quindi ancora non c'è, e che presenterò al Consiglio Regionale, se e quando passerà il referendum costituzionale". 

Nessuna decisione già pronta sul caso Como dunque. "Non ho altro interesse che quello di proporre una riforma delle autonomie condivisa e che sia capace di funzionare davvero - conclude Roberto Maroni - riducendo costi e burocrazia, nell’interesse dei cittadini".