Trovato morto in un bosco a Guanzate: si indaga fra gli ultimi messaggi di Ernesto Albanese

Su Facebook le frasi che hanno preceduto la scomparsa. Albanese si sentiva sotto minaccia. In alcuni post fa continuamente riferimento a debiti e tradimenti, continua a ripetere che «solo a Como succedono queste cose» di Paola Pioppi

La cascina a Guanzate, dove è stato trovato il cadavere (Cusa)

La cascina a Guanzate, dove è stato trovato il cadavere (Cusa)

Guanzate (Como), 5 ottobre 2014 - Gli «sms minacciosi». Di questo parla Ernesto Albanese negli ultimi post scritti su Facebook, in un flusso continuo proseguito per due giorni che hanno preceduto la sua scomparsa. Un dialogo senza interlocutori, nel quale spende frasi sconnesse, parole di minaccia verso terze persone che non vengono mai nominate esplicitamente. Originario di Polistena, in Calabria, 33 anni, viveva a Fino Mornasco, dove a giugno la Dda di Milano è andata a cercarlo per notificargli un’ordinanza, senza però trovarlo: Albanese era già sparito.  Nei post del 7 e 8 giugno, fa continuamente riferimento a debiti e tradimenti, continua a ripetere che «solo a Como succedono queste cose», poi aggiunge che «Dopo quasi sette mesi non siete riusciti a trovare una soluzione. I cinque maschi dell’Ave Maria... Solo a Como succedono queste cose strane, malvagia, invidia e gelosia… ancora cercate di farmi le forzature per avvicinarmi a voi…».

Gli accertamenti per risalire alla sua scomparsa, avvenuta a giugno scorso, ancora prima che iniziare a indagare sull’omicidio, erano presumibilmente partiti da questi messaggi che si era lasciato alle spalle e dal traffico telefonico, atto dovuto quando si inizia a cercare indizi e informazioni sulla scomparsa di una persona. «Maiale pieno di spine che mi mandi sms minacciosi, non mi fai paura…» è stata l’ultima frase scritta sul social forum, scritta con un italiano rabbioso, un flusso continuo quasi senza punteggiatura, come se stesse gridando a qualcuno. Ci sono nomi ogni tanto, ma è difficile distinguere tra insulti e possibili soprannomi di soggetti che lui conosceva. Una o più persone, non si comprende dal tenore degli scritti che ha lasciato, nei quali fa spesso riferimento al carcere e al trattamento dei detenuti, ma anche a problemi finanziari: «Non ho soldi è ho il problema dei denti, quindi chi mi ha fatto del male si pregasse di risolverli. Ogni giorno che passa peggiorano le cose, la mondizza si trova a Guanzate, Veniano, Lurago Marinone… come dice u Surici, Guanzate è senza padrone». 

Si scaglia contro le donne, usate come copertura: «Usate il sesso femminile per coprirvi infami… Per il sesso femminile che siete andate a sbirciare nel mio conto corrente solo perché siete garanti nel mio finanziamento… Ma sapete che gli state facendo perdere il posto al banchiere… Ditegli ai vostri maschi dov’è il mio gratta e vinci da 500 milioni che ho vinto è gli ho dato da tenermi?». Quello di Albanese è un monologo, dove l’unico che si dà risposte, è lui stesso.