Botte tra profughi all'Hotel Erba

Lo sciopero della fame si trasforma in una rissa. Il Comune: «Sono troppi, situazione insostenibile»

Due profughi al balcone di uno degli Hotel Erba

Due profughi al balcone di uno degli Hotel Erba

 Erba, 8 ottobre 2015 - Differenti visioni sull’adesione allo sciopero della fame. Così ieri, tra due gruppi di migranti ospiti dell’Hotel Erba, è scoppiata una rissa, che ha reso necessario l’intervento di carabinieri e polizia locale. È stato l’epilogo di precedenti problemi di gestione degli stranieri, in tutto 55, che la Prefettura ha smistato ad Erba in aggiunta ai 16 già dimoranti nei due appartamenti di via Manara messi a disposizione dal Comune.

Un accadimento che ha fatto scattare la lamentela formale del Comune, che ieri ha chiesto l’intervento della Prefettura e una netta diminuzione del numero di stranieri smistati sul territorio. «Già in passato avevamo avuto problemi – spiega il vicesindaco di Erba, Claudio Ghislanzoni – e avevamo fatto presente che il numero di stranieri presenti per noi non era sostenibile. Ora non possiamo che ribadire l’insostenibilità di questa situazione, ma allo stesso tempo l’inadeguatezza della cooperativa incaricata di gestire il gruppo di ospiti dell’Hotel Erba». I problemi ieri sono iniziati quando una delegazione di una ventina di migranti, tutti originari del centro Africa, si è presentata in Comune, senza alcun preavviso, chiedendo di incontrare il sindaco.

Lamentavano mancanza di abiti adeguati alle temperature di questi giorni, assenza i medicinali e una gestione del quotidiano non adeguata da parte dei responsabili della cooperativa a cui sono affidati, la Itaca. Sono stati ricevuti dall’assessore Angelo Cairoli, unico membro di giunta e da personale. Dopo averli ascoltati, è stata inoltrata una relazione alla Prefettura, che si è tradotta in un sopralluogo da parte di personale incaricato di verificare la situazione. Ma nel frattempo la delegazione avrebbe cercato di coinvolgere gli altri ospiti in uno sciopero della fame, degenerato in tafferugli. «Alla Prefettura – prosegue il vicesindaco – abbiamo fatto presente che nessuno della cooperativa li ha accompagnati in Comune, e non ci hanno contattati nemmeno dopo. Non abbiamo un rapporto diretto, che per noi è indispensabile: siamo preoccupati, e riteniamo necessario un intervento del Prefetto per rendere la situazione gestibile».