Como, 20 aprile 2012 - La crisi continua a picchiare duro anche nel Comasco dove, dall’inizio dell’anno, si sono persi un migliaio di posti di lavoro, con le aziende sempre più in sofferenza. A denunciarlo la Confindustria lariana che chiede al Governo quelle riforme troppo a lungo annunciate e mai attuate. “I dati rilevati confermano purtroppo un trend negativo su quasi tutti i fronti – spiega il presidente, Francesco Verga - le nostre aziende devono affrontare difficoltà sempre maggiori, ma sono lasciate sempre più sole sia dalle istituzioni che dagli istituti bancari e creditizi. Il segnale però più allarmante è quello relativo ai livelli delle vendite, che presentano cali davvero significativi. E’ un campanello d’allarme che non può essere ignorato, e che da solo ben rappresenta la preoccupante situazione in cui versano le nostre aziende. E’ da mesi che le invochiamo a gran voce, ma ora più che mai urgono riforme che siano in grado di rimettere in moto l’economia complessiva del nostro Paese”.

Spulciando i dati in forte sofferenza la domanda interna (-37%), mentre va meglio per chi riesce a vendere i propri prodotti all’estero. L’attività produttiva rimane stabile da diversi mesi ma su livelli sempre molto bassi, in media il campione di imprenditori intervistato conferma di utilizzare solo il 75% della capacità produttiva disponibile. Il livello di vendite nel primo trimestre presenta significativi segnali d’allarme: il 48% delle imprese dichiara una calo rispetto ai primi mesi del 2011, il 21 una stagnazione e il restante 31% un discreto incremento. Nell’80% dei casi, eventuali incrementi o decrementi del fatturato non sono influenzati dalla normale stagionalità di alcuni mercati.

 Permangono criticità rilevanti sull’orizzonte temporale di visibilità sulla domanda. Infatti, l’86% del campione rivela di avere visibilità per poche settimane o al più qualche mese. Poco frequenti i casi in cui un’impresa abbia un orizzonte più ampio di un trimestre (14%). La solvibilità dei clienti delle aziende aderenti all’indagine mostra segnali molto preoccupanti, il 70% degli intervistati ha riscontrato casi d’insolvenza o allungamento dei tempi di pagamento. All’aumento delle insolvenze e ai ritardi nei pagamenti si associano forti difficoltà nel rapporto con il sistema creditizio dove continuano ad aumentare spread e commissioni bancarie.

di Roberto Canali