Strage di Erba, la vita in carcere di Olindo: tribolazioni di un pollice verde

Fine pena mai per la strage di Erba, pensa ad Agraria

Olindo Romano e Rosa Bazzi

Olindo Romano e Rosa Bazzi

Erba (Como), 16 marzo 2017 - Olindo Romano si racconta in un diario. Infaticabile pollice verde che pone una cura quasi maniacale nella coltivazione di ortaggi e fiori. Un detenuto che mette un attenzione da ragioniere sia nel calcolo delle ore di colloquio con la moglie sia in quello delle modeste variazioni di spesa legate alla vita carceraria. Il pensiero fisso alla compagna Rosa Bazzi, quello di lasciare il carcere di Opera, essere trasferito in quello di Bollate, ritrovarsi per riformare in qualche modo la coppia simbiotica come quando erano liberi. È l’immagine dell’uomo che con la moglie sconta il carcere a vita per la strage di Erba: la sera dell’11 dicembre del 2006, in un condominio di ringhiera in via Diaz, vennero massacrati Raffaella Castagna, il suo piccolo Youssef, di due anni e mezzo, la madre Paola Galli, la vicina Valeria Cherubini, mentre Mario Frigerio, marito di quest’ultima, si salvò miracolosamente.

L'autoritratto esce dagli stralci del diario tenuto dall’ex netturbino lo scorso anno. Verranno mandati in onda questa sera alle 20.30 ad “Iceberg Lombardia”, la trasmissione di Telelombardia condotta da Marco Oliva. Frasi annotazioni, osservazioni scritte su fogli che Romano ha attaccato alle pagine di un libro con la storia di una scuola di Castiglione delle Stiviere regalo di una insegnante. Il detenuto ha appiccicato anche lettere, cartoline, biglietti come quello con gli auguri di Pasqua: il disegno di due gatti su cui Romano ha scritto il suo nome e quello di Rosa.

E' il 22 febbraio. Un giornalista gli ha chiesto una intervista. Olindo tratteggia le sue giornate come un succedersi turbinoso di impegni, al punto da fargli trascurare il lavoro di giardiniere. «Vai di qua, vai di là, ho dimenticato di bagnare i fiori che ho seminato. Telefono a Rosa che l’aspettavano per una riunione. Sono sempre di corsa!». 

Il 25 luglio una breve speranza e subito una disillusione. «Per il trasferimento a Bollate niente da fare, anche se oggi vanno tutti tranne io. Questo autunno vediamo per il secondo reparto, qui sono come quando ero in isolamento. Reperti tra Como e Brescia (i nuovi reperti indicati dalla difesa - ndr) hanno fatto perdere un anno. Prima autorizzano, poi ci ripensano ... avvocato parla di ricorso, un altro di Straburgo. Anche io sono per Strasburgo». 

Esce il ragioniere. «... vengono a dirmi quante ore di colloquio mi restano secondo il mio conteggio. 1? Anche l’altra volta poi ce ne hanno fatto fare 2. Perché a Rosa ne mancano 2 ? O loro per non sbagliare ...».  Il contabile minuzioso: «Dalla spesa mi hanno tolto 2 insalatissime, 2 vaschette crema e cioccolato, 2 tranci di margherita e la sprite. Domani vedo di farmeli portare. Da domenica prossima la lavanderia domenicale è a pagamento! L’ennesima rapina. Maglietta = 1 euro e 10 centesimi e così va. Accappattoio = 1 euro e 70 centesimi».

La dimensione bucolica rimane quella che predilige. «Trapiantato diavoletti, 12 piantine. Tra ieri = N8 e N4 oggi + salvia e menta. Fa troppo caldo. Ieri ho tolto l’aiuola del basilico, pomeriggio una di zucchini, erbacce ... a parte la posizione troppo soleggiata devo cambiare sistema. L’ideale sarebbe cambiare posto! Anche oggi fa troppo caldo, raccolte tre vaschette di pomodori. Nel pomeriggio ho tagliato l’erba ormai è seccata tutta. Tre cassette di nespole e ancora cinque melanzane, le prime». La botanica lo appassiona al punto che vorrebbe mettersi sui libri e studiarla. «Tante facoltà mi hanno portato una lunga lista, ma non mi interessano non sono alla mia portata. Agraria, invece è statale così mi porterà se possibile programma di studio, libri, costi ai primi di settembre. Poi vedrò cosa si può fare. Portato l’attestato del corso di informatica, si muore sempre di caldo !!!».