Como, minacce continue e auto bruciata: arrestato per le persecuzioni alla ex

Finisce in carcere dopo un numero sterminato di messaggi e telefonate minatorie per convincerla a riprendere la relazione. Una notte le ha bruciato l'automobile

L'uomo è stato portato al Bassone

L'uomo è stato portato al Bassone

Como, 2 dicembre 2016 - Il gesto più grave, che ha fatto scattare l’arresto, è stato l’incendio dell’auto, ma quel danneggiamento era stato preceduto da un numero sterminato di messaggi, telefonate, e-mail. Un’ossessione che ha avuto pesanti ricadute sulla qualità della vita, della destinataria di quelle attenzioni, e che che punto di vista giudiziario, si definisce «stalking». Con questa accusa è finito in carcere al Bassone Biagio Papagni, 47 anni di Como, ritenuto il responsabile di una serie di condotte persecutorie nei confronti di una donna con cui aveva avuto una relazione, e che voleva convincere a tornare assieme a lui.

I carabinieri di Albate, dopo aver raccolto la denuncia della vittima e portato avanti le indagini per risalire all’autore di quelle incessanti condotte, hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare chiesta dal sostituto procuratore di Como Massimo Astori, che ha coordinato tutti gli accertamenti. Il fine di quelle azioni ripetute, secondo quanto denunciato dalla vittima, e appurato dagli stessi carabinieri che hanno letto i contenuti dei messaggi, era sempre lo stesso: convincerla a riprendere la relazione. Negli atti che lo accusano, sono finite numerosissime chiamate all’utenza cellulare della donna, con cadenze giornaliera e più volte al giorno e anche in orari notturni. A questo si aggiungono altrettanti messaggi inviati con Whatsapp o sms, ma anche messaggi di posta elettronica e sui social. Il tutto è culminato, a inizio novembre, con l’incendio dell’auto della donna, che le indagini attribuiscono a Papagni.

Tutte condotte ripetute, che si sono protratte nel tempo, e che hanno fortemente cambiato la qualità della vita della vittima, generando condizioni di ansia, di limitazione della libertà e di abbassamento della qualità della vita, fino ad arrivare a produrre il danno, e la conseguente paura, dell’incendio dell’auto. Sono queste le condizioni che portano a configurare l’accusa di stalking, per la quale rispetto alle semplici minacce, dovono avvenire più episodi, e tali da avere ricadute sull’esistenza delle persone che ne sono vittima. Ora l’uomo è in carcere in attesa dell’interrogatorio di garanzia da parte del gip, a cui potrà dare le sue spiegazioni e difendersi dalle accuse che lo hanno condotto fino all’arresto.