Allarme droga, nei giardini a lago dettano legge gli spacciatori

Como, continui blitz e arresti. Ma il ricambio di pusher sembra ormai essere inarrestabile

Polizia ai giardini a lago

Polizia ai giardini a lago

Como, 13 novembre 2017 - L’ultimo finito a processo ha chiesto di patteggiare sei mesi di condanna e di tornare in libertà. Una proposta rigettata dal giudice, perché Modou Niie, diciottenne originario del Gambia in Italia da pochi mesi, quelle dosi di marijuana per cui è finito in carcere a giugno le aveva cedute a due ragazzini di 16 e 17 anni. L’arresto era avvenuto in flagranza, dopo che la polizia lo aveva osservato vendere le dosi in due distinti momenti, all’interno dei giardini di viale Rosselli. L’episodio non è nuovo, perché da quasi un anno, questa condotta si ripropone ogni giorno, e gli arresti ogni settimana, quando carabinieri e polizia fermano gli spacciatori, tutti giovanissimi e originari del Gambia, che si sono stabilmente impossessati delle principali aree dei giardini a lago.

La zona del parco giochi, con la locomotiva che era una delle principali attrazioni per i bambini, ora è un rifugio di questi giovani gambiani, che spesso si fermano anche a dormire al suo interno. Dieci giorni fa, esattamente in questa zona, Jammeh Famara, 22 anni anche lui originario del Gambia, era stato arrestato al termine di una lite, prima che gettasse via la marijuana che aveva in tasca. A settembre Malang Jatta, connazionale di 20 anni, è finito in cella con l’accusa di aver ceduto quattro dosi di marijuana ad altrettanti minorenni, al prezzo di cinque euro ognuna. Ad agosto erano stati arrestati Ebrima Susso e Kitabu Darboe, entrambi diciannovenni, ospiti di centri di accoglienza a Como. Una lista lunghissima, dove le circostanze, le contestazioni e i protagonisti di questi episodi si ripetono sempre identici, con una sola variante: il nome e cognome degli arrestati, che si avvicendano man mano che i connazionali finiscono arrestati.

Le pattuglie di polizia e carabinieri sono ormai fisse, pronte a intervenire ogni volta che notano movimenti strani attorno a questi giovani stranieri. Ingenui, a volte, come i due che tempo fa erano stati arrestati perché avevano inseguito alcuni turisti a passeggio sul lungolago, insistendo per vendergli marijuana, come se fossero braccialetti. Da chi si approvvigionino questi spacciatori, non è ancora stato scoperto. Con loro hanno sempre piccolissimi quantitativi di marijuana o hascisc, abbastanza da smerciare per alcune ore, non di più. Pochissimi soldi, nessun materiale per confezionare dosi. I referenti di questa distribuzione quotidiana sono evidentemente altri, per ora sconosciuti. L’ipotesi più plausibile è che ogni giorno i gambiani ricevano lo stupefacente da spacciare, restituendo a fine giornata ciò che non è stato ceduto. Oppure che addirittura si approvvigionino man mano che vendono, visto che in alcuni casi addosso agli arrestati, sono stati trovati solo i soldi incassati con la vendita di una sola dose.