"Aiutiamo gli italiani", ma rivendevano gli abiti usati: denunciati

Quattro persone, di cui una residente in provincia di Como e un'altra in Brianza, sono finite nei guai per un finta raccolta umanitaria di vestiti usati

Guardia di finanza

Guardia di finanza

Como, 1 dicembre 2016 - Dovevano essere destinati ad aiutare "italiani in difficoltà". Almeno così dicevano i responsabili della raccolta. Invece quegli abiti usati venivano inviati a un'azienda in provincia di Caserta e successivamente venduti in Bulgaria, Grecia, Albania, Egitto, Giordania, Tunisia, Guinea e Pakistan. Ad organizzare la falsa raccolta umanitaria, che ha permesso di raccogliere ben 120 tonnellate di indumenti dal Friuli alla Campania, sarebbero due persone domiciliate tra le province di Como e Monza Brianza oltre al titolare e all'amministratore della società casertana che tra il 2014 e il 2016 ha fatturato circa due milioni di euro.

L'indagine della guardia di finanza di Gorizia ha permesso di scoprire questo traffico: le Fiamme Gialle hanno lavorato per un anno con appostamenti, pedinamenti, riprese video e l'utilizzo di strumenti di localizzazione satellitare. Alle quattro persone coinvolte è stata notificata la chiusura delle indagini preliminari per il reato di traffico illecito di rifiuti, visto che gli abiti usati sono considerati dalla legge proprio dei rifiuti.