Piove, il pronto soccorso si allaga un’altra volta: un anno di disagi e proteste

A Cantù infiltrazioni d’acqua per i lavori in corso

Personale al lavoro  per asciugare il pavimento

Personale al lavoro per asciugare il pavimento

Cantù, 28 marzo 2017 - È ormai da un anno che a Cantù, quando piove più del solito, le persone sanno che se si deve andare al Pronto soccorso l’ombrello conviene portare dentro l’ombrello. Non per paura dei furti ma perché nel reparto il soffitto gocciola. Tutta colpa dei lavori per la costruzione di tre nuove sale operatorie di ultima generazione, da realizzarsi proprio sopra il dipartimento di emergenza del Sant’Antonio Abate. Il progetto è rimasto nel cassetto per un paio di lustri. Poi il Pirellone ha stanziato più di tre milioni di euro e l’Asst Lariana si è data da fare per assegnare nel più breve tempo possibile l’appalto. A vincere è stata un’azienda di Monza, la Seli, con un ribasso a base d’asta del 69% sul capitolato: tutti i lavori per 1.399.188 euro, neppure un terzo delle prezzo di partenza. All’inizio dell’estate gli operai si sono messi al lavoro e siccome nell’ospedale si sta stretti direzione sanitaria e impresa hanno concordato che medici e infermieri potevano continuare a rimanere dov’erano, anche con i muratori che gli camminavano sopra la testa. Fino all’inizio di settembre tutto bene, poi con l’arrivo dei primi acquazzoni al Pronto soccorso sono cominciati i guai.  L’acqua piovana ha iniziato a infiltrarsi alla base di alcuni piloni costruiti al secondo piano per creare le sale operatorie, allagando la sala d’attesa e il triage avanzato tanto da costringere il personale a un precipitoso trasloco in Cardiologia, dove il Pronto soccorso è rimasto per ben tre mesi, prima di traslocare nuovamente nella sua sede originaria. Sembrava tutto sistemato e invece i locali si sono allagati altre tre volte: a dicembre, all’inizio di marzo e l’ultima volta ieri, costringendo di nuovo l’ospedale a chiudere la sala d’attesa e una stanza dell’area di Osservazione breve intensiva. Parenti e accompagnatori hanno dovuto attendere nell’area dove arrivano e partono le ambulanze perché il controsoffitto non ne voleva sapere di smetterla di gocciolare. E se a Cantù ieri serviva l’ombrello a Como per farsi visitare negli ambulatori del monoblocco nell’area ex-Sant’Anna di via Napoleona, occorreva salire a piedi cinque piani di scale, dopo che in mattina sono andati in tilt cinque dei sei ascensori disponibili.