Como, i politici incontrano i profughi a San Giovanni / FOTO

L'assessore Bordonali valuta aiuti dal Pirellone mentre Gaffuri, del Pd, chiede di aprire un corridoio umanitario con il Canton Ticino

La delegazione dei politici in visita a San Giovanni (foto Cusa)

La delegazione dei politici in visita a San Giovanni (foto Cusa)

Como, 30 luglio 2016 - A un mese  di distanza dall’esplosione dell’emergenza umanitaria a Como, che coinvolge ogni giorno decine di migranti provenienti dalle zone del centro Africa, ieri mattina l’assessore regionale Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione Simona Bordonali, ha svolto un sopralluogo alla stazione di San Giovanni. Affiancata da rappresentanti della Lega Nord del territorio, tra cui il deputato Nicola Molteni e il consigliere regionale Daniela Maroni, ha prospettato la possibilità di creare un presidio sanitario per far fronte alle esigenze degli stranieri di passaggio a Como.

«Sentirò il Prefetto di Como – ha detto – per valutare la necessità di attivarsi in questo senso. Sto inoltre cercando di capire con Regione Lombardia che tipo di intervento poter fare». Gli ulteriori interventi dei rappresentanti leghisti locali, hanno sottolineato come «Sindaco e Prefetto non si stanno occupando di ciò che accade in stazione», oltre a ribadire slogan politici ormai decennali. In realtà, da giorni il Comune di Como ha attivato una rete di coordinamento che coinvolge tutte le realtà di volontariato che operano nel sociale, tra cui Croce Rossa e Caritas, che hanno istituito un vero e proprio sistema assistenziale per far fronte alle esigenze minime dei migranti: cibo e organizzazione di mense di carità, raccolta e distribuzione di abiti, coperte e biancheria intima, servizi igienici, pernottamento di minori, donne non accompagnate e famiglie in tendoni dedicati e assistenza sanitaria per chi ha problemi di salute. Sono stati predisposti volantini in più lingue, e la risposta dei volontari è crescente ogni giorno, persone di ogni età che si mettono a disposizione per far funzionare questa macchina che si è creata spontaneamente. 

Oltre alla necessità di cibo a lunga conservazione e di acqua in bottigliette, la richiesta di volontariato, in questo momento, si rivolge ai mediatori culturali. Avvicinare i migranti non è semplice: faticano ad accettare l’accoglienza, temendo di poter perdere il gruppo con cui stanno cercando di proseguire il viaggio. La destinazione di buona parte di loro è la Germania, qualcuno l’Olanda, ma per ora devono fare i conti con la Svizzera. «Ben venga il presidio sanitario - ha replicato Luca Gaffuri, consigliere regionale Pd, presente ieri al sopralluogo – inoltre la Regione Lombardia coordinala Protezione Civile, che può essere messa a disposizione per questa situazione. Mi aspetto inoltre che l’assessore regionale che ricopre la delega ai rapporti con il Canton Ticino, chieda l’apertura di un corridoio umanitario. Noto infine che l’assessore ha detto di essere venuta a Como su richiesta dei cittadini allarmati, ma qui oggi non ho visto nessuno al di là di chi ricopre cariche politiche».