"Passatori" di siriani in Germania: nei guai anche un autista comasco

Arrestato al terzo viaggio, mentre trasportava otto clandestini

Gli uomini della Procura di Como che a settembre avevano squarciato il velo sul business dei trasferimenti organizzati di migranti (Cusa)

Gli uomini della Procura di Como che a settembre avevano squarciato il velo sul business dei trasferimenti organizzati di migranti (Cusa)

Pontelambro (Como), 27 marzo 2017 - In mezzo a una ventina di siriani, accusati di traffico di persone durante l’emergenza Siria, spunta anche un comasco. Il suo nome compare negli atti conclusivi dell’indagine coordinata dai sostituti procuratori di Como, Daniela Moroni e Pasquale Addesso, e condotta dalla Squadra Mobile, che per mesi ha monitorato un gruppo di cittadini di origine siriana, quasi tutti residenti nella zona tra Pontelambro ed Erba. Raggiunti da custodia cautelare in carcere a settembre scorso, hanno quasi tutti patteggiato e si trovano in carcere, in quanto i reati di cui devono rispondere sono ostativi alla concessione della sospensione condizionale.

Ma per dieci di loro, le indagini si sono concluse ora. Tre risultano latitanti – Diaa Daher, 34 anni, Moahamd Chaddad, 38 anni, entrambi di Erba e Nassr Zreik, 47 anni di Cantù -, mentre gli altri sei erano andati incontro all’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare: Nedal Shadad, 45 anni di Erba, Omar Chadad, 36 anni di Pontelambro, Mohamed Bassem Gaich, 45 anni di Luino, Youssef Chaddad, 39 anni di Pontelambro, Said Gasmi, tunisino di 38 anni che reclutava passatori alla stazione Centrale di Milano, Nour Aldin Aouad, 28 anni di Erba. Infine Donato Pascale, comasco di 47 anni, che fu indagato a piede libero. E’ accusato di aver fatto da passatore per conto dei siriani: tra giugno e luglio 2015, per un compenso di 500 euro a viaggio, gli era stata consegnata un’auto monovolume Fiat Ulisse, con rotta impostata nel navigatore da Milano e Fussen, in Germania, passando da Austria e Ungheria.

Ma al terzo viaggio, mentre trasportava otto clandestini siriani, Pascale era andato incontro all’arresto in Germania. Non era stato un caso: la polizia tedesca, da tempo, stava bloccando autisti italiani che trasportavano illegalmente persone utilizzando auto provenienti dalla stessa zona del Comasco: Pontelambro o Erba. Lo stesso veicolo affidato a Pascale, utilizzato più volte, era di proprietà di Daher Diaa, la cui ditta individuale risultava intestataria di un’ottantina di auto. Il comasco era stato reclutato da un altro siriano, con modalità simili a quelle utilizzate per assoldare anche i passatori: persone senza occupazione, tendenzialmente italiani, che accettavano lavori improvvisati e anche rischiosi, senza farsi troppe domande. Salvo poi andare incontro a mesi di carcere in Germania o in Ungheria, come successo più volte, nonostante i vetri oscurati delle auto che ricevevano in dotazione. Mediamente su quelle auto monovolume viaggiavano otto o dieci persone, con un guadagno di quattro o cinquemila euro ogni volta, ma il compenso del passatore, che si assumeva ogni rischio, era solo di un decimo.