Como, quanti parcheggi blu in città: anche per i giudici sono troppi

La Cassazione dà ragione a un automobilista multato in viale Varese e crea un precedente che potrebbe provocare un effetto domino. C'è chi spende più di 600 euro al mese per lavorare in città

I parcheggi di viale Varese

I parcheggi di viale Varese

Como, 3 gennaio 2018 - Finchè a dirlo sono stati gli automobilisti e i cittadini non è servito a nulla, ma adesso che anche la Cassazione ha sancito che nel centro di Como ci sono troppi parcheggi a pagamento, anzi solo aree di sosta a pagamento, qualcosa potrebbe finalmente cambiare. Una sentenza destinata a fare storia, almeno in città, quella depositata nei giorni scorsi in seguito al ricorso di un automobilista che era stato multato dopo aver parcheggiato in uno degli stalli, naturalmente blu, nella parte terminale di viale Varese. La vicenda risale al 2013 e l’automobilista si era rifiutato di pagare il parcometro memore del fatto che fino a qualche tempo prima in quell’area si poteva parcheggiare a disco orario. Multato ha deciso di presentare ricorso e di farsi assistere dall’Associazione civica utenti della strada.

Allora la decisione della Giunta venne giustificata dalla necessità di disincentivare l’utilizzo dell’auto a favore dei mezzi pubblici, spiegando che tutti i parcheggi gratuiti persi in prossimità della città murata si sarebbero recuperati nelle vie vicine. Il risultato pratico è stato che il traffico in centro non è diminuito e in più gli automobilisti, in particolare i pendolari, per parcheggiare in città sono costretti a un vero e proprio salasso. Parcheggiare a Como durante il giorno nei posti blu all’aperto può costare anche 600 euro al mese, praticamente uno stipendio, e negli autosilo si spende anche di più. Secondo Acus fu illegittimo sostituire semplicemente le strisce bianche con quelle blu, sarebbe stato necessario mantenere un congruo numero di parcheggi gratuiti.

La stessa cosa la pensò il Giudice di Pace nel 2013 in primo grado e successivamente il Tribunale di Como di fronte all’appello promosso da Palazzo Cernezzi pronto a sostenere che dal 1995, in base a una delibera di Giunta, l’intero territorio comunale era stato definito zona a rilevanza giuridica e quindi sottratto, in materia di aree di sosta, alle regole sancite dal Codice della Strada. Ad anni di distanza la Cassazione ha respinto il ricorso del Comune perché tardivo, di fatto sancendo la legittimità della pronuncia del Giudice di Pace che aveva ritenuto illegittima la decisione di eliminare i parcheggi gratuiti dal centro. Una sentenza che potrebbe generare un vero e proprio effetto domino.