Paratie a Como, scandalo dal ritmo rap. La rabbia sparata su YouTube

Como, la delusione per i lavori infiniti nella canzone di Max Molteni

Max Molteni cantautore di Cantù

Max Molteni cantautore di Cantù

Como, 16 febbraio 2017 - Non bastano più nemmeno gli scandali del cantiere che oscura il lago ad agitare le acque del Lario. Con la chiusura dell’inchiesta per il mega cantiere che vede coinvolto l’attuale sindaco di Como Mario Lucini, accusato di turbativa d’asta e abuso d’ufficio, il sindaco precedente, Stefano Bruni, al quale vengono contestati i reati di abuso edilizio e deturpamento di bellezze naturali, gli assessori arrestati e l’azienda Sacaim che, secondo la procura, si sarebbe fatta pagare lavori mai realizzati, sul lungolago per ora non è cambiato molto.

Sulle paratie di Como si è detto e si è scritto di tutto in questi anni e più di una volta i comaschi avrebbero voluto anche cantarle, a muso duro, a chi ha rubato loro il lungolago. A colmare la lacuna ci ha pensato Max Molteni, cantautore canturino che già in passato si era ispirato a temi di cronaca, riletta con ironia. Quello tra Max e le paratie era un appuntamento che prima o poi si sarebbe dovuto consumare, e l’occasione è arrivata nei giorni scorsi quando il cantautore canturino, forse ispirato da Sanremo, ha scritto di getto il testo che poi un amico ha aiutato a mettere in musica. Da domenica è disponibile in rete, su YouTube con un video girato in città.

«La storia infinita come una partita il muro si alza e poi dopo sfalsa, il lago non vedo mi scusi sa prego io sono un turista devo mettermi in lista – canta Max Molteni – Le colpe sono tue, le colpe sono miei brindiamo alla faccia delle paratie. Il muro è sparito l’hanno abbattuto, ma c’è lo steccato a renderlo muto e poco più in alto è tutto di legno, per vedere il lago ora ci vuole impegno». Lo stesso impegno che ci ha messo Molteni, capace di sintetizzare in poche strofe uno scandalo proseguito per otto anni.

«Non mi interessava fare polemiche politiche – spiega il cantautore canturino – ma cercare di descrivere, con un pizzico d’ironia, il paradosso che è capitato a Como. Mi è capitato di andare a Lugano e Ginevra e provare rimpianto per la condizione del nostro lungolago che secondo me è il più bello del mondo. Le parole sono venute di getto, per la musica mi sono fatto aiutare da un amico, anche se ammetto di aver tratto ispirazione da Paolo Conte che è uno dei miei cantautori prediletti». Adesso che le paratie hanno una canzone loro dedicata, se non proprio un inno, a Como non resta che darsi da fare per terminare l’opera al più presto. «È il finale che ho scelto per la mia canzone», conclude Max Molteni.