Paratie a Como, nove anni di sprechi e inchieste: il lago è di nuovo libero

Via le paratie lungo la passeggiata. Ma tra 12 mesi...

Como, lungolago senza paratie (Cusa)

Como, lungolago senza paratie (Cusa)

Como, 29 luglio 2018 - Dopo nove anni di inferriate, grate e recinzioni è tornato libero il lungolago di Como. Una pena così in Italia oggi non se la meritano più neppure i rapinatori e quella capitata alla passeggiata più bella d’Italia, secondo i comaschi, è peggiore della sorte di Alberto Sordi in «Detenuto in attesa di giudizio». Pensare che tutto nacque per un regalo della politica, sotto la buona stella dei fondi messi a disposizione dalla Legge Valtellina nel 1995: 16 miliardi di vecchie lire concessi per difendere piazza Cavour dall’acqua alta. Perché la scena dei comaschi che andavano in Lucia a bere il caffè nei bar della piazza non si ripetesse più, com’era capitato nel luglio del 1997 e poi di nuovo nell’autunno del 1993, per 33 giorni, quando il lago esondò lungo la passeggiata per un metro e mezzo (265 centimetri sopra lo zero idrometrico).

È allora che ingegneri e progettisti estrassero dal cilindro le paratie, collegate alle vasche di laminazione che si sarebbero dovute bere il lago, con il risultato che l’8 gennaio del 2008 quando i lavori finalmente partirono miliardi di lire si erano trasformati in milioni di euro e i costi erano già saliti di un terzo. Una fattura da 12 milioni di euro e 1.085 giorni di cantiere dichiarati, che sono diventati tre volte tanti per realizzare a malapena un terzo dell’opera. Il resto è cronaca di questi giorni, con l’Anticorruzione che nel gennaio 2016 ha bocciato la terza variante al progetto per le troppe divergenze rispetto all’appalto originario e per i costi eccessivi, oltre 33 milioni di euro. Quando ormai i comaschi avevano perso la speranza e la pazienza ha ridargli un po’ di fiducia ci ha pensato la Regione.

«Il lungolago di Como è patrimonio dell’umanità e meritava di essere riaperto», aveva dichiarato l’autunno scorso quando venne in aiuto del Comune al centro di un’inchiesta giudiziaria proprio per il maxi cantiere che ha portato al rinvio di due sindaci, Mario Lucini e il suo predecessore Stefano Bruni, del direttore lavori e del responsabile del cantiere. Lo stesso ci sono voluti quasi nove mesi per liberare la passeggiata dalle reti e cancellare ogni traccia del cantiere. La ciliegina sulla torta ci sarà quando verrà installato un servoscala sulla piattaforma dove un tempo sorgevano gli uffici della Navigazione, in piazza Cavour, e verrà rimossa la cancellata lungo il marciapiede della passeggiata realizzata negli anni scorsi dagli «Amici di Como». Già adesso l’illustre detenuto in attesa di giudizio è tornato ad accogliere i turisti arrivati fin qui da tutto il mondo, tra un anno sarà di nuovo tempo di cantieri, questa volta per finire i lavori. «Ma chiuderemo solo un tratto per volta della passeggiata – assicura Maroni – lo scempio che si è verificato in questi anni non verrà ripetuto».