Cernobbio, le ossa ripescate dal lago: giallo difficile da risolvere

Echi dalla storia ed esami lunghi

IL RECUPERO I frammenti di un cranio e una gamba trovati  dai sub in esercitazione

IL RECUPERO I frammenti di un cranio e una gamba trovati dai sub in esercitazione

Cernobbio, 22 maggio 2017 - Sono conservate all’ospedale Sant’Anna, in attesa che la Procura di Como decida a chi assegnare la loro analisi scientifica, e come procedere con accertamenti che, al momento, appaiono tanto inevitabili quanto complessi. Le due parti di ossa umane trovate venerdì sul fondale del lago di Como, davanti a Villa Pizzo di Cernobbio, sono un pezzo di storia ancora tutta da scrivere, che parte dal nulla più assoluto. Un frammento di scatola cranica e l’osso di una gamba, quasi certamente un femore, sono stati avvistati da alcuni sub durante un’esercitazione sportiva, e recuperati nelle ore successive dai sommozzatori dei carabinieri. Sabato mattina hanno fatto altre immersioni per verificare che non ci fossero altri reperti simili, custoditi da un fondale che, nei decenni, ha accumulato detriti di ogni genere. Corpi di persone uccise durante la guerra o suicidi avvenuti negli anni, ma anche armi.

All’apparenza, queste due ossa sembrano riportare molto indietro nel tempo, forse all’epoca bellica, ma una valutazione basata solo sull’aspetto consunto è assolutamente imprecisa e ipotetica. In ogni caso, la Procura di Como non ha ancora deciso come procedere negli accertamenti e a chi affidare l’esame di queste due ossa, per cui servono medici legali specializzati. L’esame dovrà accertare una datazione di massima, tenendo conto della lunghissima immersione in acqua, ma anche se i due frammenti appartengono alla stessa persona, e se sono in acqua dallo stesso periodo. A quel punto, potrebbe anche essere preso in considerazione un esame del Dna, ma solo se ci saranno le premesse per capire a chi apparteneva quel corpo.