Omicidio Molteni, i mandanti seguiti passo passo anche nelle gite

Un lavoro certosino, fulcro la sera del 18 giugno 2015 quando per la prima volta Alfio Molteni - l’architetto di Carugo finito in una spirale di avvertimenti fino a quello mortale del 25 ottobre dello scorso anno - subisce un inquietante avvertimento

Il fermo immagine di Daniela Rho e Alberto Brivio in gita in Svizzera È il luglio scorso. La svolta è vicina

Il fermo immagine di Daniela Rho e Alberto Brivio in gita in Svizzera È il luglio scorso. La svolta è vicina

Carugo (Como), 9 ottobre 2016 - Un lavoro certosino, fulcro la sera del 18 giugno 2015 quando per la prima volta Alfio Molteni - l’architetto di Carugo finito in una spirale di avvertimenti fino a quello mortale del 25 ottobre dello scorso anno - subisce un inquietante avvertimento. Da quella sera, la sera del rogo, gli investigatori hanno iniziato a monitorare i contatti tra le persone che facevano parte della cerchia di Molteni e il cerchio si è andato stringendo intorno all’ex-moglie e al suo nuovo amico. Le loro comunicazioni avevano sempre dei picchi in corrispondenza degli strani episodi in danno del professionista, 58 anni, studio a Carugo, affari in Brianza, Russia e Dubai che pur avendo una vita agiata aveva scelto di andare a vivere con il padre dopo la separazione dalla moglie - determinata a non lasciargli i figli - per una presunta relazione. Il sistema era sempre lo stesso: piramidale, ogni persona era in contatto solo con chi stava sopra oppure sotto di lei.

Avviene così per i contatti a giugno tra l’ex moglie della vittima, Daniela Rho e Alberto Brivio, arrestati con l’accusa di essere i mandanti dell’agguato del 14 ottobre, e di quest’ultimo con Luigi Rugolo, guardia giurata in contatto con Brivio, incaricato di trovare man mano la manovalanza a cui affidare le intimidazioni. Accade così nei giorni successivi gli otto colpi di pistola contro la finestra di Molteni, il 26 luglio. In questo caso, lo schema oltre ai due presunti mandanti e alla guardia giurata, include un flusso di contatti tra quest’ultima e Vincenzo Scovazzo, incaricato del lavoro perché aveva la disponibilità di un’arma, lo stesso che tornerà da Molteni il 14 ottobre assieme a Michele Crisopulli. Dopo questo blitz il crollo dei contatti telefonici tra i protagonisti. Questa calma dopo la “bufera” ha dato la spinta decisiva alle indagini nel corso delle quali i due presunti mandanti sono stati seguiti passo passo anche nelle loro gite fuoriporta. Fino all’ultima che ha spalancato loro le porte del carcere del Bassone.