Omicidio Molteni, gip: "Dalla moglie lucido progetto criminale"

Nell'ordinanza con cui sono stati disposti gli arresti per Daniela Rho e Alberto Brivio, viene spiegato che sono emersi "gravi ed univoci indizi che trovano spiegazione in un chiaro movente"

Alfio Molteni (Cusa)

Alfio Molteni (Cusa)

Carugo (Como), 6 ottobre 2016 -  Ieri mattina, Daniela Rho, 45 anni, e il commercialista dell’azienda di famiglia con cui aveva una relazione, Alberto Brivio, 49 anni, sono finiti in carcere perché accusati dell'omicidio dell'architetto Alfio Molteni. Oggi, il gip di Como, nell'ordinanza con cui ha disposto l'arresto per la coppia, spiega che sono emersi "gravi ed univoci indizi che trovano coerente spiegazione in un preciso e chiaro movente: nello specifico la stretta vicinanza di Daniela Rho con il padre, coinvolto in un contenzioso civile per somme ingenti che ha come controparte Molteni Alfio e l'altissimo tasso di conflittualità accesosi già a far data dal 2013 tra lei e il marito".

 Il giudice sottolinea anche "lo spirito vendicativo che ha animato la donna in questi anni, ed il suo pervicace perseguimento dell'obiettivo di sottrarre al padre ogni possibile relazione con le due figlie". Tutti elementi, questi, che "consentono di rileggere in modo organico e progressivo gli atti intimidatori che si sono susseguiti nel tempo e di conferire lucidità e coerenza ad un progetto criminoso che si è progressivamente ingigantito sino al tragico epilogo" dell'omicidio del professionista, ucciso il 14 ottobre dell'anno scorso da due pregiudicati, anche loro in carcere.

Agli atti dell'inchiesta è riportata una mail della vittima del 26 giugno 2015 ai propri legali in cui Molteni riferiva di un incontro con la moglie quando era andato a prendere le figlie a casa della donna e si era sentito dire che una delle bimbe era dai nonni. "Interessante notare - annota il pm titolare dell'inchiesta, Pasquale Addesso nella richiesta di arresto -, al di là del comportamento ostile descritto da Molteni, come in tale occasione Rho Daniela avesse sottolineato al marito proprio la recente commissione dei due atti intimidatori subiti, rimarcando al marito come gli stessi ne attestassero, anche di fronte ad un giudice, la scarsa affidabilità nell'esercizio della sua potestà genitoriale".

"Ho saputo tramite ... che la tua vettura incendiata è un dolo - ricostruiva le parole della donna nella mail l'architetto -, ho saputo anche da ..., che ha amici vicino al bar di casa tua, che hanno incendiato pure casa tua con dolo, quindi attenzione che non sei proprio raccomandabile e temo per le bimbe, dovresti dire al giudice pure questo, c'é mio padre e fratello che sono incazzatissimi con te, ora stanno aspettando delle prove perché ti stai inserendo nei loro cellulari creando problemi, stai molto attento....". Molteni scrive che la moglie, davanti a una delle figlie "si comportava nei miei confronti, urlando, sorridendo, ballando". Daniela Rho e Brivio sono accusati di essere i mandanti degli attentati alla vettura e alla casa di Molteni, sfociati nell'omicidio che doveva essere inizialmente una gambizzazione. Tutti gli episodi, secondo la ricostruzione dell'accusa, dovevano servire a documentare un'inadeguatezza di Molteni a poter avere relazioni con le bambine nella causa di separazione.