Minacce, pestaggi e spari: a Cantù bar in ostaggio dei calabresi

Il blitz dei carabinieri contro la 'ndrangheta

Carabinieri

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Cantù (Como), 28 settembre 2017 - Serate con fiumi di champagne non pagato, aggressioni pretestuose e pestaggi ai clienti dei locali della zona di piazza Garibaldi, colpi di arma da fuoco contro auto di passaggio, locali distrutti a calci. Per quasi due anni, il gruppo di giovani che ruotava attorno a Giuseppe Morabito, 31 anni, Domenico Staiti, 44 anni e Rocco Depretis, 22 anni, tutti di Cantù , ha tenuto in scacco i locali pubblici del centro città, minacciato i gestori che erano terrorizzati alla sola idea di sporgere denuncia, o di procedere a una identificazione nei loro confronti.

Una scia di condotte violente che aveva sollevato un oggettivo problema di sicurezza pubblica e che ora, all’indomani dell’esecuzione dei nove arresti arrivati a conclusione delle indagini dei carabinieri di Cantù e della Dda di Milano, trova una spiegazione coerente. Rivela come il gruppo che gravitava attorno alla famiglia Morabito, stesse cercando di assumere il controllo del territorio, oramai in aperto contrasto con la trentennale gestione di Canturino e Marianese di Salvatore Muscatello, storico boss capo della locale di Mariano e dello stesso Crimine di Lombardia. Atteggiamenti  aggressivi e provocatori, apparentemente fine a se stessi, ma che in realtà avevano l’obiettivo di arrivare ad assumersi il ruolo di padroni di quella zona e delle economie che gravitavano attorno alla vita notturna. Assieme alle tre figure principali, ritenute dagli inquirenti appartenenti alla Locale di Mariano, all’interno della quale stavano portando avanti la loro opera di ritorsione, la misura cautelare ha raggiunto il gruppo di giovani che si muoveva assieme a loro, e che prendeva parte alle estorsioni, minacce, prevaricazioni di ogni genere: Manuel Zuccarello, 28 anni di Cermenate, Antonio Manno, 22 anni di Cantù, Valerio Torzillo, 23 anni di Cermenate, Luca Di Bella, 27 anni di Vertemate con Minoprio, Jacopo Duzioni, 25 anni di Cermenate e Andrea Scordo, 32 anni di Africo. Tra gli episodi più indicativi, l’ordinanza riporta quello avvenuto all’alba del 5 novembre 2015, quando venne esploso un colpo di pistola 6.35 contro la fiancata del conducente di una Bmw che stava andando al lavoro, e che aveva avuto un banale diverbio con i ragazzi che gli bloccavano la strada in piazza Garibaldi. Ma l’uomo, nonostante lo scontro verbale avvenuto a distanza ravvicinata pochi minuti prima di rivolgersi ai carabinieri, aveva dichiarato di non essere in grado di riconoscere nessuno. Salvo poi lasciarsi scappare informalmente che si trattava dei “calabresi del bar Crystal“, un locale di via Milano che era punto di ritrovo di Morabito, Depretis, Zuccarello e Staiti. Quest’ultimo sarebbe di fatto il gestore del locale, nonostante la formale intestazione a un cinese.