Maestra trovata morta nel bosco, Egli resta in cella a Lugano

Richiesta di carcerazione accolta per Michele Egli, accusato dell’omicidio dell’occultamento del cadavere di Nadia Arcudi, uccisa venerdì sera nella sua abitazione di Stabio e poi abbandonata a Rodero

Il luogo del ritrovamento di Nadia Arcudi, la ragazza nel riquadro giallo

Il luogo del ritrovamento di Nadia Arcudi, la ragazza nel riquadro giallo

Rodero, 25 ottobre 2016 - Richiesta di carcerazione accolta per Michele Egli, accusato dell’omicidio dell’occultamento del cadavere di Nadia Arcudi, uccisa venerdì sera nella sua abitazione di Stabio e poi abbandonata a Rodero. Il Giudice per i provvedimenti coercitivi di Lugano, ha accolto la richiesta di carcerazione preventiva, presentata dal procuratore Pamela Pedretti, sulla base di una serie di elementi in parte confessori, e in parte indiziari. La durata della detenzione è stata fissata per ora in tre mesi, il massimo previsto dal codice di procedura penale elvetico, che tuttavia potrà essere prorogato a fronte di esigenze di indagine. Infatti gli accertamenti sono ancora in corso, e all’appello mancano una quantità di spiegazioni fondamentali, a partire dal movente dell’omicidio: i testimoni ascoltati finora, e gli accertamenti svolti, non hanno portato gli inquirenti a poter ipotizzare un motivo plausibile per cui l’insegnante elementare trentacinquenne sia stata aggredita. Spiegazione che porterebbe ad avere certezza di chi sia stato il suo omicida. Egli sostiene di non averla uccisa, trovandola a terra già senza vita, e di aver deciso di disfarsi del cadavere.

Dell’occultamento, l’uomo ammette praticamente tutto, anche di aver gettato in un cassonetto tra Rodero e Olgiate Comasco il tappetto della stanza della vittima, utilizzato per avvolgerla e caricarla in auto. In due interrogatori, il primo svolto martedì notte prima del suo arresto, il secondo venerdì davanti al procuratore, ha però rigettato ogni accusa di averla uccisa, e in particolare soffocata. Tuttavia durante il trasporto del cadavere, Egli avrebbe messo un sacchetto di plastica sulla testa della donna, ritenuta senza vita, anche se dovranno essere gli esami istologici e di laboratorio, a rivelare l’ora esatta della morte di Nadia, che potrebbe anche essere successiva al suo abbandono nel bosco. Nel frattempo il sostituto procuratore di Como Massimo Astori, sta portando avanti l’indagine aperta anche in Italia, ugualmente competente a livello di procedibilità, dal momento che una parte dei reati è stata commessa nel Comasco. <WC><QM><WC1>Pa.Pi.